Aumento produzione petrolifera, Opec+ non cede agli appelli di Ue e Stati Uniti

Opec+, l’alleanza che riunisce l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) e i produttori al di fuori del Cartello guidati dalla Russia, ha ratificato l’aumento delle forniture di petrolifere a 432 mila barili per il mese di maggio, non cedendo agli appelli da parte di Stati Uniti e Paesi europei per un aumento della produzione per ridurre i prezzi del greggio.

La decisione è stata comunicata in una nota congiunta al termine di una riunione dell’alleanza organizzata in video conferenza. La decisione giunge dopo che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato l’intenzione di immettere sul mercato circa un milione di barili al giorno di petrolio attingendo dalle riserve strategiche nel tentativo di alleviare le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina.

Intanto, l’Opec+ ha proposto di escludere dalle stime di produzione di greggio qualsiasi dato fornito dall’Agenzia internazionale per l’energia (Aie). Secondo gli esperti di settore si tratta di un piccolo cambiamento tecnico che rappresenta, tuttavia, uno schiaffo all’Aie, rappresentante degli interessi dei consumatori di petrolio. La decisione di escludere i dati dell’Aie come fonti secondarie rappresenterebbe il culmine di una tensione tra l’Agenzia e il cartello petrolifero che dura ormai da quasi un anno e che ha visto diversi ministri dell’Opec lanciare accuse contro l’Aie per non aver favorito investimenti nel settore petrolifero. L’invasione dell’Ucraina ha approfondito la frattura.

Già ad inizio marzo, il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol, si era detto deluso dalla mancanza di una risposta dell’Opec+ alla crisi, che ha portato il petrolio abbondantemente sopra i 100 dollari al barile. Secondo fonti del portale dell’agenzia di consulenza energetica “Argus”, l’Opec+ ritiene che l’Aie abbia compromesso la propria analisi tecnica per adattarla alla sua narrativa.

“Questo è evidente osservando i frequenti cambiamenti nei loro recenti rapporti e quanto si discostano dalle altre rispettate agenzie”, afferma una fonte ad “Argus”. Uno di questi casi si era verificato a febbraio, quando l’Aie aveva apportato revisioni significative ai suoi dati sulla domanda di petrolio attuali e storici, ha affermato la fonte, settimane dopo aver evidenziato quella che vedeva come “una crescente discrepanza tra le osservazioni e le variazioni calcolate delle scorte”. L’Opec+ ha sostituito l’Aie come fonte secondaria con le società di consulenza Wood Mackenzie e Rystad Energy, che si aggiungono all’Eia statunitense, S&P Global Platts, Ihs Markit ed Energy Intelligence.