franchi

Asili nido, congedi e decontribuzione per non discriminare le under 40

Le dichiarazioni di Elisabetta Franchi, la imprenditrice che ha dichiarato di non assumere solo donne  over 40 che hanno già fatto figli e dunque sono ‘più produttive’, ha suscitato una levata di scudi nella politica e nella opinione pubblica italiana. Va detto che Franchi, l’8 maggio, ha ridimensionato le sue dichiarazioni, spiegando di essere stata fraintesa e rilanciando il tema delle quote rosa in azienda. Ma la provocazione ormai aveva sollevato  un vespaio, tanto da spingere anche il ministro Bonetti a intervenire oggi con una intervista per prendere posizione.

Bonetti, che guida il dicastero per la Famiglia e le Pari opportunità, spiega che  “bisogna mettere le imprese italiane nelle condizioni di non dover più pronunciare un discorso come quello di Elisabetta Franchi”, giudicandolo “una resa alla discriminazione delle donne nel mondo del lavoro. Non è vero che ho taciuto, non ho commentato ma ho dato risposte concrete, così come dovrebbe sempre fare chi ha un ruolo di governo”, dice il ministro che ha atteso qualche giorno prima di dire la sua.

Certo, la provocazione della Franchi  era legata a problematiche che tutte le donne conoscono bene. Criticità e discriminazioni quando si parla di lavoro femminile e di  maternità ce ne sono eccome nel nostro mercato del lavoro.  Ma va detto che il governo Draghi, attraverso provvedimenti come il Family act, ha messo in piedi una serie di azioni per contrastare quelle discriminazioni. “Dagli asili nido ai congedi parentali per i padri”, ricorda  il ministro Bonetti difendendo la maternità come “un valore sociale” e la decontribuzione del lavoro femminile per le donne che rientrano al lavoro dopo la maternità.  “Il mio lavoro è creare le condizioni per non dover più sentire un discorso come quello di Elisabetta Franchi”.

Il tema è comunque aperto: la questione femminile, il tempo di vita e di lavoro per le donne, una nuova idea di rapporto tra stato e imprese. Ci permettiamo di aggiungere questa considerazione a quello che abbiamo letto nella intervista a Bonetti e alle parole, provocatorie, ma senza vere proposte concrete della Franchi. Il welfare va ripensato. Quello tradizionale, certo. Ma anche quello nelle aziende, cambiando la organizzazione del lavoro.