Da un lato Meloni accusa apertamente Paolo Gentiloni, il Commissario europeo italiano, di sabotare l’operazione di vendita di Ita, la nuova compagnia aerea italiana. Nel frattempo, Salvini ha attirato l’attenzione ospitando Marine Le Pen, leader del movimento euroscettico francese, alla festa della Lega. Sta tornando sempre più la retorica populista e antieuropea da parte di entrambi i leader.
Ed ecco che magicamente la colpa di tutti i mali torna ad essere l’Unione Europea. È colpa se il Pnrr dovesse fallire, se gli investimenti scarseggiano e se il Patto di Stabilità sembra limitare l’azione del governo italiano. In pratica, ogni difficoltà e errore sembra essere imputato all’Unione Europea.
Ma ciò le motivazioni che spingono Meloni e Salvini ad un ritorno a questa retorica antieuropea sono profondamente diverse. Per Salvini, essere euroscettico è del tutto naturale tatticamente parlando. Dato che la Lega non sarà coinvolta nelle decisioni cruciali dell’Unione Europea, Salvini preferisce consolidare il sostegno della sua base di elettori euroscettici, che rispondono bene alla propaganda anti-UE.
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Dall’altra parte, Giorgia Meloni sembra adottare un’approccio più strategico. Il suo apparente ritorno all’antieuropeismo è probabilmente un attacco mirato al Pse e all’ala sinistra della Commissione europea. Meloni ambisce a guadagnare influenza all’interno dell’UE, sfruttando il suo possibile successo alle elezioni europee e cercando di ridurre l’influenza del Pse.
Meloni quindi non molla il colpo, spera ancora di riuscire a cambiare quello che sembra ormai un futuro certo, la riproposizione d’un governo trainato da popolari e socialisti. Salvini invece sa di non avere possibilità di far parte di una qualunque maggioranza, per questo in questi mesi che ci separano dalle elezioni darà il peggio di sé.