Non c’è il tempo per l’orgoglio quando è in gioco il futuro dell’Italia e con esso quello dell’Europa. So che a molti iscritti alla Buona Destra questo non piacerà, ma l’ingresso di Filippo Rossi in Azione è un atto dovuto di responsabilità.
L’unica mossa possibile: un partito di destra che si definisce patriotico non può non accogliere l’appello di Carlo Calenda e fare fronte comune, assieme al meglio di Forza Italia e delle altre forze liberali, contro l’orda sovranista in una battaglia troppo vicina per lasciare spazio all’indecisione. È necessario oggi mettere da parte la strategia politica e le differenze in nome dell’interesse nazionale.
A tutti gli iscritti chiediamo di comprendere il momento politico. Per questo ho deciso anche io di unirmi ad Azione, sostenendo personalmente il nostro segretario in questa battaglia. Voglio rassicurare tutti che questo non significa abbandonare le nostre differenze e posizioni politiche, ma rafforzarle all’interno di una struttura in grado di arginare il duo Meloni-Salvini.
La Buona Destra non finisce oggi. Il nostro movimento non sparisce, non smette di lottare, ma si schiera al fianco di chi antepone il Paese agli interessi particolari di segreteria.
La chiamata di Draghi è chiara. La destra italiana ha da sempre un debole per il Signore degli Anelli. Noi non siamo da meno. Dunque, come Gondor, il presidente del Consiglio chiede aiuto. E Rohan, la Buona Destra, risponderà.