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Anche Pechino tira in ballo la Nato per legittimare l’imperialismo cinese

Il ministro degli esteri inglese Liz Truss è una tosta. Si è fatta riprendere sulla torretta di un blindato, ha usato parole di fuoco contro Putin da quando l’Ucraina è stata invasa, e adesso, parlando della Nato, ha detto che l’Alleanza deve darsi una prospettiva globale – tirando in ballo Taiwan e l’indo-pacifico. C’era da aspettarsi che la Cina rispondesse a tono alla ministra di BoJo.

E infatti la risposta è arrivata. Ma l’aspetto interessante della risposta cinese è che si usa la Nato nello stesso modo propagandistico di Putin:  tirare in ballo la Alleanza diventa una sorta di risposta pre-emptiva per legittimare le proprie aspirazioni di potenza, nel Pacifico, per i cinesi.

La Nato è “uno strumento di singoli Paesi per cercare l’egemonia”, fanno sapere dal ministero degli esteri cinesi, a parlare è il portavoce del ministro Wenbin. “Non solo nel Nord Atlantico, ma anche nell’Asia-Pacifico”. Sempre secondo il portavoce, la Nato negli ultimi anni si è rivolta verso il Pacifico “per mostrare la sua potenza e fomentare conflitti”.

L’intenzione dei cinesi è chiara. Servendosi della Nato come uno spauracchio, la Cina vuole mandare un messaggio, innanzitutto agli americani, ma anche agli altri Paesi che nell’indo-pacifico si stanno organizzando sotto il cappello Usa per darsi una politica di sicurezza comune contro l’espansionismo cinese. La stessa dinamica russa con l’Ucraina: incolpare la Nato per legittimare la “operazione speciale” contro Kiev. Domani, contro Taiwan?

Il timore del Dragone è che non tanto la Nato bensì i Paesi del cosiddetto “Quad”, il dialogo sulla sicurezza quadrilaterale tra Usa, Australia, India, Giappone, possano muoversi sulle orme del Patto atlantico rafforzando la alleanza in chiave anticinese. Per Pechino si tratta di “cricche esclusive” che danneggiano la cooperazione tra gli Stati.

Tutto questo in attesa del prossimo vertice del Quad previsto per il 24 maggio, in concomitanza con la visita ufficiale del presidente Usa Joe Biden in Corea del Sud e Giappone. Insomma, la propaganda orwelliana alla Putin fa scuola a Pechino. Si può  manipolare la propria opinione pubblica e quelle dei Paesi occidentali tirando in ballo la Nato per mascherare, legittimandole, le proprie proiezioni imperialistiche.  Quelle russe come le cinesi.