“Nel centrodestra Forza Italia è geneticamente diversa dalla Lega di Salvini e da Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni è di ispirazione lepenista, la Lega ha preso una pericolosa china sovranista e populista. Fi è un’altra cosa, l’unico partito rimasto liberale”.
Ha governato Verona da leghista per dieci anni e, ora, Flavio Tosi ritenta la scalata con le forze liberali e lo schema a cui a dato vita sembra un manifesto vero e proprio per una possibile riarticolazione del centrodestra: da un lato i sovranisti, dall’altro liberali e moderati.
Uno schema che si potrebbe replicare a livello nazionale. “Gli amministratori locali sono più apprezzati dagli elettori, a noi riconoscono il sacrificio della vera passione politica, molti oneri e pochi onori, spesso lontano dai riflettori. Se si creasse un bacino di amministratori locali conosciuti e stimati e che non vogliono stare sotto la Lega, sarebbe una buona spinta, un aiuto affinché Forza Italia si sganci”, spiega Tosi all’HuffPost, che non risparmia critiche a Matteo Salvini. “Ha centralizzato e nazionalizzato il partito. Ma fosse solo questo: ha personalizzato tutto, ha messo il nome nel simbolo, la Lega oggi è Salvini”, dice Tosi. “Se la Lega fosse rimasta quella di Bossi e Maroni – aggiunge – sarebbe ancora una Lega di territorio, con i suoi cavalli di battaglia: federalismo, autonomia e sicurezza. Oggi invece non si sa più cos’è, sbanda di continuo, c’è una grande confusione”.
Anche sulle politiche internazionali, Tosi ha le idee chiarissime e distanti da quelle di Salvini. “Putin e il suo governo sono nemici dell’Italia e nemici dell’Europa. Oltre alla barbara invasione in Ucraina sono da attribuire a lui le difficoltà economiche che stiamo vivendo”.
Comunque non nasconde la testa sotto la sabbia, Tosi, e ammette: “Salvini ha meriti evidenti: ha preso la Lega al 4% e l’ha portata sopra il trenta. Ma da dopo il Papeete non ne ha indovinata una. Le visite all’ambasciatore sono l’ultimo episodio di una gestione che è incomprensibile”.
Ad ogni modo, Tosi non crede che si arriverà a un redde rationem né ad una scissione. “Non succederà nulla perché il partito è totalmente commissariato, tutti gli organi locali e regionali sono nelle mani di Salvini. Ha militarizzato il partito, e si continuerà così fino alle politiche. Ci sarà un po’ di disputa sulle liste elettorali per il Parlamento, ma credo che anche lì avrà la meglio. Poi dopo il voto si vedrà”.