“La pace non si fa con le gite, altrimenti ognuno di noi si organizza e si fanno belle comitive avanti e indietro da Mosca”. Sostiene di non voler criticare le scelte di un leader di partito, Paolo Damilano – imprenditore del settore food&beverage, fondatore della lista civica Torino Bellissima, prima forza del centrodestra a Torino e seconda nella città dopo il Pd – ma in realtà non le manda a dire agli ex soci di Lega e Forza Italia che lo definiscono “ingrato”.
“Lascio perché il Carroccio confonde i cittadini e indebolisce il governo. E’ il caos se ogni leader di partito va in Russia”. Damilano ammette di non riconoscersi più in questo centrodestra e, a sei mesi dal voto, ecco l’idea di fondare una forza indipendente per coinvolgere coloro che si erano allontanati dalla politica.
In un’intervista a Repubblica, Damilano spiega che si tratta di “una scelta maturata da un po’ di tempo: già in campagna elettorale erano emerse un po’ di incongruenze di uno e dell’altro partito. Ma ho sempre pensato che fosse dovuto al clima elettorale. La situazione dopo non è migliorata. C’è difficoltà da parte della coalizione a stare insieme. Ogni giorno un distinguo, una polemica, forse perché il centrodestra è un po’ al governo e un po’ all’opposizione. Le divisioni su questioni fondamentali, come l’elezione del presidente della Repubblica, mi hanno fatto riflettere”.
Damilano, insomma, dice “no” alla deriva populista e non perde tempo a rispondere alle provocazioni, come quella del capogruppo alla Camera della Lega, Molinari, il quale sospetta che la sua decisione sia figlia della mancanza di certezze rispetto a una candidatura per il Parlamento. “Io sono uno di quelli che sostiene le proprie posizioni con i fatti, non con le parole. A Torino ci ho messo la faccia e i soldi. E ho portato il centrodestra al ballottaggio. Un risultato storico. Siamo il partito più votato della coalizione. Cosa non avvenuta in città più facili per il centrodestra, come Milano”. Inoltre “non sono l’imprenditore svogliato che cerca un passaggio per il parlamento: a Torino sono stati i partiti di centrodestra a rivolgersi a me per cercare una guida”.
Damilano, affermando che è ancora presto che dire “se parteciperemo alle elezioni dl 2023”, ammette che “ci sono movimenti in corso, ma non sono chiari i tempi e i modi. Noi puntiamo – ha detto in conclusione – ad un centro moderato, progressista e liberale che cerchi di intercettare non il consenso dei partiti, ma di coloro i quali dai partiti si sono allontanati e fanno parte della grande massa del non voto”.