Forza Italia, ormai è psicodramma, con il duo delle meraviglie Ronzulli-Fascina al potere, la diatriba coi governisti, i sondaggi da taglio delle vene e la federazione con la filo putiniana Lega.
L’analisi di Roberto Gressi sul Corriere della Sera di oggi scopre un quadro interno al partito spietatamente reale. Un’analisi che in poche parole centra il punto: “Forza Italia è ancora il partito di ispirazione liberale, europeista e atlantista nato dal pensiero e dall’energia di Silvio Berlusconi – scrive Gressi -? È ancora l’anziano leader a dettare la linea?”.
La risposta è no alla prima domanda (sempre che un partito davvero liberale Forza Italia lo sia mai stato) e nì alla seconda. Perché nonostante il nuovo cerchio magico – anzi, tandem magico – dove la fanno da padrone la neo coordinatrice della Lombardia, la senatrice Licia Ronzulli, è la fidanzata de Cavaliere Marta Fascina, ritenute responsabili del deragliamento berlusconiano, nelle uscite impopolari di Berlusconi sull’Ucraina e su Putin, chiaramente anti atlantiche, pesa oltremodo il pluri decennale rapporto tra il Cavaliere e lo zar del Cremlino. Che neanche il sangue degli ucraini può spezzare. E, a quanto pare, neanche le parole di durissima critica della ministra forzista Maria Stella Gelmini, che ha assunto una posizione di contrasto aperto con il leader azzurro che nessuno mai prima (forse solo Gianfranco Fini, ma lui è il suo “che fai, mi cacci?” appartenevano a un’altra cultura politica, a un’altra storia e a un altro partito) aveva osato neanche pensare.
Ma dopo l’attacco della Gelmini (“Non riconosco più lo sportivo di Silvio”) il crollo dell’impero berlusconiano è divenuto evidente, con la stessa leadership di Arcore messa in discussione (il Cavaliere dai filo governisti è ritenuto ormai quasi incapace di intendere e di volere, telecomandato dal suo potente tandem magico), in un vortice di tutti contro tutti coi parlamentari uscenti impegnati solo ad accaparrarsi simpatie e rendite di posizione per le ricandidature del 2023. Quando i numeri di Forza Italia, però, tra percentuali in caduta libera, taglio dei parlamentari e attuale legge elettorale, quasi certamente non riporteranno più in Parlamento gli attuali 82 deputati e 51 senatori.
Insomma, Forza Italia è una santabarbara in cui basta poco per far scoppiare l’incendio. E stavolta neanche un possibile e annunciato impegno diretto di Berlusconi in campagna elettorale – a cui molti dentro FI neanche credono – potrà invertire la tendenza. Perché l’equilibrio interno non c’è più e lo scontro politico è esploso. Da ambienti di FI tra i meno allineati si accusano la Ronzulli e la Fascina di influenzare il Cavaliere, di metterlo in ridicolo per indebolirlo e indirizzarlo verso posizioni più filo leghiste, in virtù di un accordo con Matteo Salvini, caduto però anche lui in disgrazia agli occhi dell’elettorato. “Gli filtrano le telefonate, neanche parlamentari di vecchia data e di antica amicizia riescono a parlare con Berlusconi – accusano alcuni azzurri -. Puntano a liquidare chiunque non stia con loro, mettono nel mirino perfino Gianni Letta e Antonio Tajani. Hanno l’arroganza dell’asso piglia tutto, Licia non porta un voto ma le basta la speranza di diventare ministra e poi vada come vada. Va bene anche in pochi, basta che comandi lei”. Berlusconi davvero è ridotto a burattino di Fascina e Ronzulli? Secondo le parole di alcuni esponenti azzurri, riportate dal Corriere sì. “Che senso ha esporlo sulla spiaggia di Napoli a dire parole pro Putin mentre alla convention del partito Tajani porta il capogruppo del Ppe all’Europarlamento, Manfred Weber, che parla di Ucraina – incalzano -? È accettabile che debba finire in barzelletta con ‘Chi non salta nerazzurro è’ e con i baci in pubblico allo stadio? O con le uscite alla fiera di Treviglio? E lo pseudo matrimonio?”.
Parole forti, che profetizzano una rottura tanto imminente quanto inevitabile. “La spaccatura tra governo e partito è enorme. Gelmini, Carfagna e Brunetta dovranno scegliere se farsi liquidare, con un partito vassallo della Lega, o cosa fare nella vita – dicono ancora le gole profonde di Forza Italia -. Ronzulli pilota le scelte di Berlusconi, Antonio Tajani è molto preso dalle vicende europee e il tandem magico ne approfitta. Stupisce che una classe dirigente che ha governato per anni sia come annichilita. In attesa che la prossima volta, a comandare, Berlusconi ci metta un cavallo”. Come Caligola, che dopo aver dato fuoco a Roma fece proprio una brutta fine.