Non solo il morale a pezzi, anche l’equipaggiamento e la preparazione delle forze russe si sono dimostrate scarse. O comunque inferiori rispetto alle attese. Abbiamo sopravvalutato tutti l’armata di Putin? La propaganda fino ad ora ha mantenuto un profilo estremamente aggressivo sulla tv di Stato russo. L’intervento però dell’ex colonnello Mikhail Khodaryonok in una delle trasmissioni più seguite ha segnato uno spartiacque, suscitando un gran clamore. L’analista ha spiegato che le truppe ucraine, a differenza di quel che Putin vuol far credere, sono «molto motivate e pronte a morire per il loro Paese» e che la Russia si trova «in una posizione di isolamento geopolitico totale», con Paesi come India e Cina «che non stanno completamente al nostro fianco». «Di fatto, anche se odiamo ammetterlo, tutto il mondo è contro di noi», ha dichiarato Khodaryonok.
Dichiarazioni importanti che hanno ridimensionato le aspettative dei russi in merito all’«operazione speciale», che lo zar credeva sarebbe durata meno di una settimana. Ed è proprio all’esercito di Putin che fa acqua da tutte le parti che Gianluca Di Feo ha dedicato un articolo uscito su «La Repubblica» dal titolo «Tangenti su radio, droni, jet: la corruzione disarma i russi». “In guerra e in pace, le tangenti nell’esercito russo restano una regola aurea. I risultati si vedono sul campo, con un’armata spesso rossa di vergogna per le condizioni degli equipaggiamenti con cui deve combattere. Droni, aerei, tank, missili, radio portatili, giubbotti antiproiettile e persino razioni di cibo di pessima qualità: dotazioni che stanno decidendo il destino dei soldati ma che sono state prodotte pensando più alle bustarelle che non alla battaglia. Tanto che il governo di Kiev ha ringraziato la corruzione di Mosca, definendola ‘il nostro migliore alleato'”, ha spiegato il giornalista. Su tutto si potrebbe citare come esempio l’immagine dei droni Orlan 10 abbattuti in Ucraina che avrebbero fatto montare su tutte le furie lo zar.
A denunciare la situazione il «Moscow Times», una delle poche testate indipendenti, che ha rivelato l’indagine segreta dei detective finanziari del Cremlino: 27 banche hanno segnalato massicci trasferimenti di denaro cash dietro le forniture belliche. Tra le situazioni incredibili? “La fabbrica dei missili usati oggi per colpire le città ucraine ha finto la distruzione dei cruise Kh-55 impiegati nelle esercitazioni. Invece li smontava: parte dei pezzi è stata rifilata come nuova allo Stato; parte è stata addirittura venduta di nascosto ai nemici di Kiev”, spiega Di Feo.
Per capacitarsi di quanto sia diffusa la corruzione sarebbe sufficiente dare uno sguardo inoltre alle raccolte di fondi su Telegram volute dai “patrioti russi” per sostenere i soldati al fronte: “Chiedono donazioni per acquistare mirini, radio, visori notturni, giubbotti antiproiettile, kit di pronto soccorso. Eppure il ministero della Difesa nel 2017 aveva annunciato che duecentomila uomini disponevano di dotazioni allo stato dell’arte, costate 3500 euro per ogni fante. Gran parte di questi materiali però sono stati portati via dalle caserme e messi all’asta online. E questo è solo l’ultimo anello di una catena di ruberie che arriva fino ai vertici delle forze armate”, come puntualizzato dal giornalista. Anche sulle razioni di cibo in scatola per i soldati ci sarebbe uno sporco giro d’affari: al fronte pare che vengano distribuite quelle scadute da anni.