Il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto in Consiglio dei ministri sul Decreto Aiuti, che avvia l’iter per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma attribuendo poteri speciali al sindaco della Capitale in materia di gestione dei rifiuti. Quelle competenze assegnate alle Regioni ma che tra Comune di Roma, in mano per 5 anni a Virginia Raggi, e Regione Lazio, in mano da 10 anni a Zingaretti, non sono state sufficienti per dare alla Capitale un vero ciclo completo di gestione della immondizia.
Il Dl Aiuti affida invece al Sindaco la gestione dei rifiuti di Roma Capitale, disponendo che possa approvare “i progetti di nuovi impianti”, assicurandone “la realizzazione e autorizzazione delle modifiche” per quelli esistenti. Il sindaco potrà anche nominare d’accordo con governo e regione dei sub-commissari in materia di rifiuti. Insomma, il Governo aggira quel blocco garantito per anni dalla sinistra e i 5 Stelle nel Lazio, derogando al piano regionale dei rifiuti che non prevede termovalorizzatori nell’area di Roma Capitale.
Del resto M5S aveva già fatto sapere che non avrebbe modificato il piano regionale in regione. “E’ sbagliato sporcare le idee politiche del Movimento con norme sugli inceneritori, che nulla hanno a che spartire con un decreto aiuti per famiglie e imprese. Per questo motivo abbiamo deciso di non partecipare al voto”, ha detto il ministro pentastellato Patuanelli. Il gruppo M5s in Campidoglio, guidato da Virginia Raggi, ha espresso “sconcerto e disapprovazione per la decisione del consiglio dei ministri”. Insomma, M5S si conferma il partito dei NO a prescindere, nonostante il momento estremamente grave che l’Italia e l’Europa stanno affrontando.
Una forza politica prigioniera di una base minoritaria ortodossa e irrazionale, che in nome di una malintesa idea di ambientalismo separa sviluppo economico e tutela dell’ambiente. Contro gli interessi dei romani, che continuano a pagare le tasse sui rifiuti più alte di Italia. I grillini preferiscono continuare a inviare rifiuti nelle altre regioni o in Germania, all’estero, con il doppio costo del trasferimento e della vendita a Paesi che a differenza nostra trasformano rifiuti in energia.
Tutto questo nel bel mezzo di una crisi energetica che coinvolge l’intera Europa. Viene da chiedersi per quanto tempo ancora il Pd di Enrico Letta e del sindaco di Roma Gualtieri continueranno a inseguire il movimento 5 Stelle sulla strada di una alleanza che non porta a nulla. Un no ideologico e dettato dall’opportunismo politico , dai giochetti tra 5 Stelle e sinistra ai quali abbiamo assistito per anni in Regione Lazio. Senza risolvere il problema dei rifiuti a Roma.