“Prima di tutto parliamo di un Paese dove c’è libertà di espressione, e il ministro Lavrov appartiene a Paese dove non c’è libertà espressione. In Italia c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, è davvero oscena”. Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo il Cdm che ha approvato il decreto aiuti. Non ha usato mezzi termini il presidente del consiglio per condannare le recenti dichiarazioni di Sergej Lavrov, che domenica sera si è reso protagonista di una serie di dichiarazioni choc durante l’intervista a «Zona Bianca» su Rete 4. Parole di condanna quelle dell’ex numero uno della Bce contro il ministro degli Affari Esteri russo. E ci saremmo aspettati lo stesso da Luigi Di Maio che si è trincerato, invece, nel silenzio.
“La televisione trasmette liberamente queste opinioni. Si è parlato di intervista ma in realtà è stato un comizio. Bisogna chiedersi se è accettabile di invitare una persona che chiede di essere intervistato senza nessun contraddittorio. Non è granché, non è granché professionalmente, fa venire in mente strane idee, non è granché”, ha aggiunto sempre Draghi in conferenza stampa. “Nessuno di noi vuole la guerra, nessuno vuole un’escalation, questo è quello che dirò al presidente Usa Joe Biden. Ma nessuno di noi vuole abbandonare l’Ucraina”, ha rimarcato poi il premier riferendosi al suo viaggio negli Stati Uniti. “L’Italia agisce in difesa dei valori delle democrazie occidentali. C’è un decreto interministeriale, che prevede l’invio di nuove armi”, ha poi aggiunto Draghi, il quale ha ripetuto le sue parole del 17 febbraio 2021, quando ottenne la fiducia del Parlamento: “Questo governo nasce nel solco della Ue, della Nato e delle grandi democrazie occidentali”. Un intervento netto, pulito; dichiarazioni ferme.
Draghi è apparso col volto tirato, infastidito forse dal fatto che il Cdm che si è chiuso ieri in tarda serata abbia varato un nuovo pacchetto di misure contro il caro energia per 14 miliardi con il voto contrario del M5s. I pentastellati hanno motivato la loro scelta ribadendo la contrarietà alle norme che consentono la realizzazione di un termovalorizzatore a Roma. Che il premier fosse teso è apparso chiaro sul finale quando rispondendo ad una domanda sull’aumento dello spread ha replicato: “Questo dimostra che io non sono lo scudo contro qualunque vento, sono umano e le cose succedono. La cosa che bisogna chiedersi è se lo spread rispetto ad altri paesi simili è aumentato, perché questo significherebbe un giudizio negativo da parte dei mercati nei confronti della politica economica del paese. E questo non è avvenuto, perlomeno in maniera sensibile”.