Ora serve un atto di coraggio da parte del Movimento 5 Stelle per smarcare la Commissione Esteri del Senato dal vergognoso comportamento del suo presidente, il pentastellato filoputiniano senatore Vito Petrocelli, che, al culmine di una serie di deliri pro Russia, in un tweet ha “festeggiato” il 25 aprile e la Liberazione inneggiando alla Z dell’esercito russo (“Buona liberaZione” ha scritto), simbolo dell’invasione dell’Ucraina da parte delle armate del Cremlino.
Una cosa è certa: l’espulsione di Petrocelli dal M5S annunciata da Giuseppe Conte non basta. Un individuo che insozza così la memoria di chi per la libertà ha dato la vita non può ricoprire un incarico istituzionale di quel livello. Che sia lui a dimettersi è escluso, incollato com’è – lui al pari dei colleghi grillini – alla poltrona. Il regolamento del Senato non permette la sfiducia e lo spostamento ad altra commissione ha un iter complicato. Una soluzione però c’è: paralizzare la commissione al punto di decretarne la fine irreversibile. Oppure, come chiede il PD, procedere con la dimissione in blocco dei componenti della Esteri di Palazzo Madama, per bypassare il regolamento e mettere Petrocelli con le spalle al muro. “Non può più restare, con le sue provocazioni ha superato ogni limite – afferma il capogruppo PD Simona Malpezzi -. Vanno usati tutti gli strumenti, anche la sostituzione della Commissione”. “Solo se i grillini lo faranno la presidente Casellati potrà convocare la giunta per il regolamento e decidere quale dei due principi di conflitto debba prevalere – aggiunge poi, come ricorda Repubblica, Alessandro Alfieri -, se la facoltà di un capogruppo di trasferire i suoi parlamentari oppure la non sfiduciabilità dei presidenti. Bisogna sollevare il problema per fare chiarezza, non si può più attendere”.
Che faranno ora i 5 stelle? Avranno il coraggio di sfilare la poltrona al senatore putiniano? La sensazione è che lasceranno Petrocelli al suo posto, almeno per il momento. Dopo l’espulsione dal Movimento, infatti, sarà Loredana De Petris, presidente del gruppo misto, a doversi occupare della questione. Difficile che i grillini abbiano infatti quello scatto d’orgoglio, e di coraggio, per liberare le istituzioni da Petrocelli.