“Con la guerra, Putin ha commesso un crimine e un grave errore, credo che siano drasticamente diminuite le sue possibilità di rimanere al potere fino alle fine dei suoi giorni”. Oggi su L’Espresso torna a parlare Leonid Volkov, il braccio destro di Alexey Navalny, attualmente recluso nelle carceri russe, e ora leader del partito Russia del Futuro.
“Putin ha reso impossibile esprimere il dissenso, chi usa la parola ‘guerra’ rischia quindici anni di prigione, si può chiamare solo ‘operazione militare speciale’ – dice ancora a L’Espresso -. Nonostante questa repressione totale, migliaia di persone sono scese in piazza per protestare. In oltre 16mila sono stati arrestati, è il maggior numero di detenzioni mai avute in Russia. Ci sono migliaia di persone che non sostengono la guerra ma che non hanno il coraggio di scendere per strada e non sono da biasimare perché verrebbero arrestate, perderebbero il lavoro, gli studenti sarebbero espulsi dalle università”.
Leonid Volkov fa poi un’analisi sulla posizione dell’Occidente. “Putin ci sta dicendo molto apertamente che questa è una guerra non solo contro l’Ucraina, ma contro l’Occidente – incalza -. Qualunque sarà il prezzo da pagare, in termini di aumento dei prezzi di alcune materie prime, servizi o luce e gas, non sarà mai paragonabile a quello che sta pagando l’Ucraina”. “L’Occidente dovrebbe ora concentrarsi sull’élite russa perché moltissime persone, anche nella cerchia ristretta di Putin, non sostengono questa guerra e le sue atrocità – conclude -, sarebbero pronte ad abbandonarlo se avessero garanzie di protezione e queste potrebbero essere date solo dai governi occidentali”.