Clamoroso in Campania. Saranno quasi centomila le nuove assunzioni per il trimestre aprile-giugno 2022, ma un lavoratore su tre non si trova. E’ il quadro paradossale tratteggiato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, stilato da Unioncamere e Anpal, che ha elaborato le previsioni occupazionali per le aziende campane. Sono precisamente 99.580 le assunzioni stimate (quasi diecimila in più rispetto al trimestre precedente), ma ben il 32, 8% riguarda posizioni e candidature rispetto alle quali è altamente probabile una mancata risposta. Una autentica beffa, se si considera che l’impennata di offerta lavorativa riguarda una delle regioni con la più alta incidenza di disoccupazione (con picchi allarmanti per il comparto femminile e giovanile).
Il profilo più complicato da trovare è quello del “dirigente o direttore”, con una soglia di difficoltà che raggiunge il 78,3%. Al secondo posto (66,8%), si piazza la figura dello “specialista in scienze informatiche chimiche”. A chiudere il podio i “medici ed altri specialisti della salute”, rispetto ai quali c’è il 66,7% della possibilità di non riuscire a trovare candidati. E’ tremendamente complicato assumere anche conducenti di mezzi di trasporto, estetisti, cuochi, camerieri, inservienti ed operai edili. Eppure, come confermato proprio dal Bollettino di Unioncamere ed Anpal, per ridurre al massimo la forbice tra domanda ed offerta di manodopera, basterebbe una formazione professionale più attenta ai reali bisogni delle aziende del territorio.
Sono decenni che la classe politica della Campania, continua a teorizzare sui benefici dell’alternanza scuola-lavoro ma nessun passo concreto si è registrato, con buona pace delle promesse elettorali che sistematicamente vengono disattese. E che dire della ZES? Le potenzialità della “Zona Economica Speciale” non sono mai state seriamente esplorate. Cosa fare per invertire il trend? Sicuramente non si tratta di un’impresa facile, anche alla luce delle ataviche carenze infrastrutturali e dell’opprimente morsa della criminalità organizzata. E non ha certo aiutato la politica assistenziale fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle (con l’ignavo avallo di Lega e Pd), che ha partorito il “Reddito di Cittadinanza”.
Senza una efficace riforma del welfare, e con un costo del lavoro che ha raggiunto livelli insopportabili, il Rdc si è progressivamente trasformato in una micidiale arma clientelare ed in molti casi ha contribuito ad incentivare il lavoro sommerso. Insomma, non è certo incoraggiante lo scenario economico campano ed altrettanto preoccupanti sono le prospettive di crescita per il futuro. Ma a destare maggiore preoccupazione è l’assoluta assenza delle Istituzioni, con il Governatore De Luca troppo preso a preservare gli equilibri della sua Corte e lontano anni luce dal tessuto economico e produttivo regionale. E l’opposizione che fa? Il centrodestra in Campania semplicemente non esiste e fedele al motto “non disturbare il conducente”, assiste inerme al fallimento della politica.