Le conseguenze del sogno di Putin si infrangono davanti alla realtà dei fatti. Ad ogni causa corrisponde un effetto. E così, nonostante attacchi hacker alle agenzie governative, movimenti di truppe russe ai confini e violazioni dello spazio aereo sul cielo di Helsinky, la Svezia e la Finlandia sono sempre più vicine alla Nato! Dopo l’invasione dell’Ucraina la situazione geopolitica è in frenetico movimento. Ma in direzione opposta a quella voluta dallo zar. i due Paesi scandinavi (ricordiamoci che il Granducato di Kiev nasce quando nell’anno Mille a Mosca ci sono solo boschi!), hanno seriamente cominciato un iter che avrà come obiettivo l’ingresso nell’Alleanza atlantica.
Il Primo Ministro finlandese Sanna Marin, in una conferenza stampa congiunta a Stoccolma con l’omologa svedese Magdalena Andersson, ha dichiarato a chiare lettere e scandendo ogni sillaba che entro “poche settimane” avvierà le procedure parlamentari che porteranno a una richiesta di adesione all’alleanza. L’aggressione in piena mittleuropa di uno Stato come l’Ucraina, rappresenta la totale inaffidabilità di un vicino come la Russia. L’ultima a prendere una posizione ufficiale in merito e a rompere ogni indugio è stato l’ex ministro finlandese Alexander Stubb, ricordando che il Paese è stato già oggetto di invasione da parte dell’Armata Rossa nella Guerra d’Inverno del 1939. Da allora si parla si “finlandizzazione” quando si vuol far intendere a un Paese la propria “sottomissione” nei confronti di un altro Stato. Una “neutralità” forzata. Invece c’è stata una vera e propria inversione a U da parte dell’opinione pubblica, che non solo appoggia, ma spinge il governo ad accelerare le pratiche di domanda. Domande che ovviamente verrà immediatamente accolta,nei tempi possibili. La Svezia ha fatto intendere apertamente di seguire le orme del suo vicino.
Giorni epocali. Tempi duri per Putin. Il suo disegno è sconvolto. Fonti del Cremlino minacciano, ma gli oligarchi temono davvero per la perdita di un equilibrio di posizione e status. Si vocifera di un Putin preda di attacchi bipolari. Anzi, in preda a rabbia e depressione. Il male che sta provocando al popolo ucraino è lo stesso male che sta provocando al suo Paese. Nel frattempo ci si muove tutti per diversificare le importazioni del gas e del petrolio mentre si spinge sulle rinnovabili e si ridiscutono vecchi tabù. La Storia va avanti e la globalizzazione può e deve essere governata. Quanto sta accadendo è la prova che i sovranismi e i populismi non sono la risposta, ma al massimo una reazione isterica a problemi che invece vanno semplicemente inquadrati nella loro complessità. Basta un passo troppo pesante a farti cadere. Putin avrebbe voluto vincere facile. Si è trovato il mondo contro. Oggi siamo più europeisti e atlantisti di prima. Abbiamo il dovere di sbrogliare una matassa dai nodi molto intricati. Ma per questo c’è bisogno di competenza, silenzio e attenzione…