“Le immagini che abbiamo visto da Bucha e altre città sono tragiche, orribili, scioccanti, ma non sorprendenti. Noi prima dell’inizio della guerra avevamo declassificato l’intelligence, indicando che esisteva un piano dai più alti livelli del governo russo per prendere di mira i civili che si opponevano all’invasione, usare violenza contro di loro, brutalizzarli, terrorizzare la popolazione e soggiogarla. Ciò è stato pianificato. La questione dei crimini di guerra ricade sul Cremlino e il presidente russo”. Lo ha dichiarato Jake Sullivan, consigliere della sicurezza nazionale Usa, parlando alla Abc. “Washington non ha ancora stabilito se è genocidio, ma si tratta di crimini di guerra. Quindi, qualunque etichetta di voglia apporre, la linea di fondo è questa: ci deve essere una responsabilità e gli Usa lavoreranno con la comunità internazionale per assicurare che sia appurata”. Le dichiarazioni di Sullivan arrivano a poche ore dal rinvenimento di altri orrori. Questa volta a Buzova, dove è stata trovata una fossa comune con cadaveri bruciati e mani legate; mentre sessanta persone risultano al momento disperse.
A raccontare quanto accaduto a nord ovest di Kiev vicino all’autostrada M06, che va dalla Capitale a Zhytomyr, è il capo del villaggio di Buzova, Taras Didich. «Il 31 marzo abbiamo trovato una cinquantina di corpi lungo la strada, è stato l’esercito russo. Altre sessanta persone al momento non si trovano», ha detto Didich, spiegando poi al New York Times che i corpi hanno i segni di colpi di fucile e sono rimasti in strada per dieci giorni. Mostrando scatti del suo telefonino delle scene.
«Alcuni sono stati bruciati. Altri avevano le mani legate. Altri sono stati colpiti alla testa fuori dalle loro auto», ha detto Didych. La maggior parte dei corpi sembra essere stata colpita da colpi di arma da fuoco e poi bruciata, sia perché i veicoli su cui viaggiavano hanno preso fuoco, sia perché le auto sono state incendiate intenzionalmente. «Stavano cercando di fuggire, alcuni non sono riusciti a farcela». La maggior parte dei morti è stata trovata vicino a un hotel chiamato Babushkin Sad. Altri due corpi, che secondo il sindaco erano soldati ucraini, sono stati trovati in una fossa scavata fuori da una vicina stazione di servizio. Indossavano ancora le loro uniformi, ha detto. Sono quelli ritratti nella foto circolata ieri. Il sindaco ha aggiunto che fino a domenica sono stati trovati 60 corpi nel suo distretto, che comprende 14 villaggi. Le forze russe hanno distrutto almeno 60 case private e tre supermercati, oltre ad altri serbatoi d’acqua municipali e un’ambulanza.
Poi ci sono le testimonianze riportate dall’agenzia di stampa Ansa e riprese da Open. «Qui si sono accaniti quattro volte e durante le prime tre c’era ancora gente intrappolata nel rifugio», dice Yarosav. Lui è una guardia di difesa territoriale e da quando i soldati russi se ne sono andati presidia i quattro piani della scuola, che ora ha le mura sventrate, i vetri delle finestre in frantumi e i banchi bruciati o sparpagliati tra corridoi e aule. Di fronte, a vedere sgretolarsi l’edificio sotto le bombe, c’era Ihor, rimasto da solo in casa mentre invece la sua famiglia è riuscita a scappare: «Si sono salvati perché sono andati via prima», spiega.
E ancora: «Qui non c’è stata l’occupazione, ma ricordo quando sono arrivati, dicevano dai tank che loro erano ‘venuti finalmente a liberarci’. Ma liberarci da cosa? Sparavano alle ambulanze vuote e intanto ci dicevano di arrenderci». Secondo l’intelligence della Gran Bretagna Buzova è altamente probabile che si tratti di un nuovo crimine di guerra russo.