Il consiglio regionale della Lombardia scarica Gianluca Savoini, l’uomo dei rapporti tra la Lega e la Russia di Putin, il faccendiere di Matteo Salvini. Con l’aiuto di franchi tiratori della maggioranza di centrodestra, che hanno votato (segretamente) con l’opposizione, è stata approvata una mozione, presentata dal consigliere di +Europa Michele Uselli, che esorta Gianluca Savoini a dimettersi da vicepresidente del Corecom, l’organismo indipendente che svolge funzioni di governo, di garanzia e controllo in tema di comunicazioni.
Alla maggioranza di Fontana sono mancati sette voti, e secondo quanto serpeggia nel dietro le quinte de Pirellone sotto accusa ci sono i quattro consiglieri di Fratelli d’Italia presenti alla seduta, rei di aver votato con la minoranza. La mozione di +Europa ha impegnato il consiglio regionale a esprimere “dissenso rispetto alla permanenza di Gianluca Savoini, per sua stessa ammissione, incondizionato ammiratore di un regime nemico della libertà di stampa e della verità, tra i componenti dell’autorità regionale che ha il compito di garantire e controllare la libera informazione in Lombardia e lo ha invitato pertanto a rassegnare le dimissioni”.
Perché la Lombardia, la regione roccaforte di Matteo Salvini, ha deciso di voltare le spalle al faccendiere del Carroccio, all’uomo dei legami della Lega con Mosca su cui indaga la magistratura? La motivazione nel testo del documento approvato. “Savoini – recita la mozione – è noto per le sue posizioni ed iniziative apertamente e dichiaratamente filo-russe e per gli stretti legami con esponenti di primo piano del regime putiniano, posizioni e legami mai messi in discussione, né rinnegati”.
Non solo. “Savoini è il fondatore dell’associazione ‘culturale’ Lombardia-Russia, le cui finalità sono quelle di promuovere le attività russe in Italia – ancora il documento -, incluso quindi lo sviluppo di relazioni tra uomini d’affari italiani e russi, e di diffondere le idee politiche russe tramite l’organizzazione di eventi culturali. Tale associazione, poi, ha come presidente onorario Alexey Komov, già ospite su invito di Savoini ad alcuni congressi di partito e membro fondatore del Congresso Mondiale delle Famiglie, legato a doppio filo dell’oligarca russo Konstantin Malofeev, personaggio noto per le teorie suprematiste e omofobe che ipotizzano un’Europa guidata dalla Russia con l’obiettivo di salvare il continente dalla mancanza di fede in Dio, dal dominio americano e dalla lobby gay, teorie ribadite, nelle scorse settimane dal patriarca ortodosso Kirill”.
“Il dottor Savoini, nel corso della prima fase della VIII legislatura, ha partecipato ad importanti missioni ufficiali ed incontri di Stato con oligarchi ed esponenti di primo piano del regime russo, come riportato dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso di un’informativa al Parlamento del luglio 2019 il 5 luglio 2019 – recita ancora la mozione -. Tanto che il dottor Savoini ha pubblicato su Twitter il seguente messaggio: ‘Con grande piacere ho partecipato alla cena governativa in onore della visita di Vladimir Putin in Italia’, allegando un video del dittatore russo”.
Che farà ora il faccendiere di Salvini?