Le forze ucraine hanno trovato a Bucha i cadaveri di almeno venti uomini abbandonati in fila, sulla strada Yabluska. Si tratta di civili, alcuni dei quali avevano le mani legate dietro la schiena con stracci e un colpo d’arma da fuoco sulla nuca. Il sindaco della cittadina a Nord ovest di Kiev, Anatoly Fedoruk ha denunciato che i civili uccisi sono stati trattati in modo disumano dai russi e la presenza di altri 280 corpi senza vita in fosse comuni.
Scene definite da “film dell’orrore” dal consulente del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Oleksiy Arestovych, sono poi state trovate anche per le vie di Irpin e Hostomel, dopo il ritiro delle forze russe. Alcuni corpi sono stati rinvenuti con segni di tortura e, sulle donne, di stupro.
Attacchi intenzionali e deliberati che rispondono al nome di crimini di guerra. Altro che dialogo: Putin merita di marcire in galera. Perché non si tratta di incidenti di percorso, ma di una classica strategia dell’epoca sovietica: la crudeltà gratuita con la popolazione inerme come strumento di terrore per piegare la resistenza nemica. Quanto sta accadendo sotto gli occhi del mondo è una barbarie che va punita e condannata subito senza se e senza ma.