È presto per cantar vittoria e sicuramente il ritiro parziale dei russi dal nord dell’Ucraina è semplicemente un riposizionamento delle truppe. Troppe perdite, l’evidente impossibilità di penetrare le linee di difesa del nemico e di mantenere le posizioni, la determinazione degli ucraini e il morale sotto gli stivali dei russi, hanno costretto l’orso del Cremlino che agli occhi degli esperti militari si è rivelato un orsacchiotto a rimodulare gli obbiettivi. Probabilmente perché come già detto più da fonti come il Pentagono e numerosi economisti, lo Zar è quasi nudo, deve contenere il dissenso interno, in quanto la propaganda del regime sta implodendo con i funerali dei soldati caduti e il perdurare di un conflitto dato troppe volte per vinto.
A questo punto probabilmente al Cremlino avranno preso atto che l’Ucraina esiste e che nessun governo fantoccio potrebbe piegarne la volontà. Per non dire del comprensibile risentimento verso l’aggressore russo. Una ipotesi plausibile è che le forze russe si concentreranno tutte o quasi in quelle zone del Paese invaso ritenute più vicine al confine, come il Donbas, allo scopo di creare una linea invalicabile per la resistenza Ucraina e rendere di fatto impossibile ogni speranza di recupero, contando (almeno per ora) su una popolazione non ostile. A quel punto l’orsacchiotto potrà fare fingere di aver raggiunto un risultato e cercare un accordo per cessare le operazioni militari, accordo che possa preludere a un distacco da Kiev dell zone considerate russofile. Mossa, questa, destinata a salvare la faccia davanti all’opinione pubblica interna.
Le dichiarazioni di queste ore sembrano confermare questa ipotesi che potrebbe spiegare l’allentamento dell’assedio di Kiev. Ma siccome è dai tempi del Patto Molotov-Ribbentrop che l’Occidente ha imparato a diffidare della parola dei russi, prima di cantar vittoria gli ucraini faranno bene ad alzare ancor più la guardia. In ogni caso Putin sembra uscire come il vero perdente da questa guerra e ammesso e non concesso che il conflitto possa terminare e l’Ucraina e i propri cittadini trovare la pace, libertà e autodeterminazione meritate e conquistate con la vita di molti eroi, sarà improbabile che lo zar possa ritrovare una qualche credibilità in Occidente, anche tra chi era uso a indossare le sue magliette. E come se non bastasse, quella che sembrava essere l’invincibile armata putiniana appare nei fatti un esercito di latta mal fornito, mal addestrato e demotivato.