Una guerra a cui l’Occidente non è affatto preparato.
Il tempismo dell’attacco della Russia di Putin all’Ucraina, la velocità con cui è avvenuto e la facilità con cui si sta perfezionando, è un perfetto scacco matto per mettere in difficoltà il mondo occidentale, a fronte di una Nato ancora lì a leccarsi le ferite del post Afghanistan e con un’Unione europea non solo distratta dalla pandemia e da come uscirne, senza una politica energetica, estera e di difesa comune e coerente, ma anche caratterizzata da poche velleità nazionaliste.
Gli Stati Uniti, dal canto loro, ne escono a pezzi, indeboliti da una guerra culturale tra l’apparente innocuo wokeism e il trumpismo, percepiti dall’opinione pubblica come deboli dopo il disastro afghano e guidati da un presidente al minimo della propria popolarità.
La pochezza di un leadership tecnocratica che insegue solo i like dei millennials, la pochezza della deterrenza occidentale, e l’effetto di anni di information warefare, hanno creato un’opportunità irripetibile.
Mentre guardavamo tutti dall’altra parte, Putin ha creato e sfruttato questa finestra e potrà forse incassare anche l’appoggio della Cina, interessata a riprendersi Taiwan. Da un punto di vista strategico, il tempismo del conflitto Russo-Ucraino è perfetto: l’invasione arriva proprio nel momento in cui la confusione occidentale regna sovrana. Mala tempora currunt.
Che sia davvero l’inizio di un nuovo conflitto mondiale?