di Marco Mensi
Gli insulti gratuiti che il professore universitario di Siena Giovanni Gozzini ha profferito nei confronti di Giorgia Meloni durante una diretta radiofonica hanno suscitato giustamente lo sdegno di tutto il mondo politico italiano che ha espresso la sua vicinanza e la sua solidarietà alla presidentessa di Fratelli d’Italia.
La stessa Meloni è intervenuta con un tweet per condannare chi alimenta l’odio, seguita a ruota dall’assessore regionale lombardo Riccardo De Corato che ha invitato ad abbassare i toni, evitando espressioni offensive che conducono esclusivamente ad esasperare la competizione tra partiti.
E non possiamo che essere d’accordo con i due esponenti di Fratelli d’ Italia, evidenziando che Giorgia Meloni è una donna coraggiosa che si sta facendo strada in un mondo prevalentemente maschile dove ha raggiunto importanti risultati anche grazie alla sua coerenza.
Però, perché c’è un però, mi viene da pensare che in questa occasione “chi di odio ferisce, di odio perisce”. Forse, infatti, Giorgia Meloni si è dimenticata che durante gli ultimi sei anni ha contribuito ad alimentare l’ odio e la paura degli italiani insieme al leader della Lega Matteo Salvini. La ragazza della Garbatella è stata infatti promotrice di politiche xenofobe,razziste,anti/europee e dal sapore velatamente fascista,per non parlare del suo appoggio al presidente americano Donald Trump e delle simpatie manifestate per Viktor Orban e per il partito polacco Diritto e Giustizia, ferocemente sovranista e antieuropeo nonchè vicino agli ambienti più conservatori della chiesa polacca che è ostile alle riforme di Papa Francesco.
Giorgia Meloni si è dimenticata di rappresentare una destra radicale che non riconosce i diritti delle minoranze (omosessuali, immigrati) e che lotta per uno stato mono-etnico rifiutando una società multiculturale e che alimenta negli italiani la paura del diverso e del progresso. La leader di Fratelli d’ Italia è contraria alle unioni civili, allo ius soli, all’ aborto, al suicidio assistito e all’eutanasia e ha pure votato contro la legge su divorzio breve. Si tratta di opinioni senza dubbio rispettabili ma estremamente conservatrici per non dire reazionarie che non rispecchiano le esigenze della società contemporanea che si avvia inevitabilmente a diventare multi/etnica. E quindi sarebbe auspicabile che un politico illuminato invece di porre barriere all’ integrazione creando tensioni e divisioni, si adoperi per adottare provvedimenti che favoriscano la coesione sociale e una pacifica convivenza tra “vecchi” e “nuovi italiani”.
Il mancato appoggio della Meloni al governo Draghi, ovvero ad un esecutivo che vorrebbe essere di unità nazionale, dimostra ulteriormente l’isolamento che Fratelli d’ Italia sta cercando e che probabilmente porterà anche ad un aumento dei suoi consensi, ma dubitiamo che possa invece rispondere agli interessi degli italiani. E le recenti polemiche sulle chiusure in occasione della prossima Pasqua e sulla necessità di ristori per gli esercenti danneggiati dalla pandemia sono espressione di una politica demogogica finalizzata esclusivamente a raccogliere voti ma che non rappresentano le posizioni e gli orientamenti di una Buona Destra, quale il partito di Filippo Rossi ambisce ad essere.