Nel susseguirsi degli eventi politici, il riflesso di un’inattesa serata di karaoke a Belgrado si contrappone alle complesse sfide che la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, deve affrontare sul fronte europeo. Mentre i riflettori si accendono sulla politica interna, il sostegno a Ursula von der Leyen emerge come un nodo cruciale, intricato tra strategie e rischi.
Domenica scorsa dopo il punto stampa con Aleksandar Vucic, Meloni abbandona temporaneamente le tensioni della politica italiana e si concede, su invito del presidente serbo, una serata di svago in un ristorante di Belgrado. Un’atmosfera frizzante di chiacchiere, canzoni italiane e un’inattesa performance canora, che, tuttavia, si dissolve rapidamente nel ritorno a Roma. La leader si trova ora a fronteggiare gli attacchi orchestrati da Matteo Salvini, mentre il governo cerca di ottenere condizioni più favorevoli per il Patto di stabilità.
Con una duplice reazione, Meloni accelera il confronto con l’Europa. Accoglie la popolare Roberta Metsola a Palazzo Chigi e si prepara per il percorso verso le prossime elezioni europee, puntando al sostegno a Ursula von der Leyen. Tuttavia, la strategia deve essere ponderata, evitando di regalare a Salvini argomenti contro l’alleata e mantenendo un equilibrio tattico nell’affrontare le delicate dinamiche europee.
Sul tavolo ci sono i dossier più cruciali, tra cui il Mes. Meloni deve affrontare il delicato snodo della sua ratifica in vista del Consiglio europeo del 14 dicembre. L’incontro probabilmente si concentrerà sul Patto di stabilità, sul quale c’è la possibilità che Roma metta il veto. Tuttavia, è evidente che ogni possibile divergenza e ogni scontro che Meloni intenda affrontare con Bruxelles deve considerare un fatto innegabile, almeno stando agli ultimi sondaggi: socialisti, liberali e popolari avranno comunque una maggioranza consolidata. È davvero possibile che Meloni si esponga al rischio di non dare il suo sostegno a von der Leyen, senza neanche essere decisiva
I suoi consiglieri a Bruxelles e Antonio Tajani, ben consapevole del clima che tira nel PPE, le dissuadono da questa decisione, specialmente considerando la crescente popolarità dell’estrema destra rappresentata da Le Pen e Salvini, riuniti sotto il gruppo di Identità e Democrazia. Crescita che fortifica l’opposizione dei popolari nei loro confronti. Meloni deve quindi tracciare un percorso che conduca a Ursula senza concedere vantaggi alla campagna elettorale di Salvini.
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Per questo motivo, la Presidente del Consiglio cerca argomenti validi per rifiutare la firma al patto anti-inciucio proposto da Salvini. Ad esempio, spiegherà che la proposta del leader della Lega non ha senso, poiché a Bruxelles esiste solo un voto di fiducia all’inizio della legislatura. Tuttavia, questa spiegazione da sola non è sufficiente. La premier deve anche trovare una soluzione che tenga insieme le varie sensibilità dei Conservatori europei di cui è leader. L’opzione di astenersi è presa in considerazione, ma non sarebbe abbastanza per preservare il rapporto con von der Leyen. Un’alternativa attualmente in discussione è quella di offrire all’Ecr la libertà di voto (ad esempio, i polacchi del Pis potrebbero esprimersi con un “no”) e al contempo chiedere agli eurodeputati di Fratelli d’Italia di sostenere la rielezione.
Chissà cosa ne pensa l’elettorato di Fratelli d’Italia della strategia della loro leader. Un tempo anti-europeista convinta mai avrebbe abbracciato una maggioranza con i socialisti. Oggi saldamente al comando, farebbe di tutto pur di non perdere quanto di guadagnato. Un tradimento non solo verso chi l’ha votata, ma anche verso sé stessa.
Restano comunque i rischi di questa operazione, che non sono affatto trascurabili. L’ultima volta che due alleati si sono divisi sulla Commissione, nel 2019, arrivò la caduta del governo guidato da Giuseppe Conte. Da qui la tensione palpabile che precede questa decisione. Un cruccio che nemmeno il divertimento del karaoke in Serbia, anche se è riuscito a posticipare il volo di ritorno a Ciampino di quasi due ore, è stato in grado di placare.