«Daremo tutto il nostro contributo, ma diremo sempre tutto quello che non ci convince e pazienza se ai politici non piace ciò che non ci sembra giusto». Così all’indomani della nascita del governo Meloni il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Non soltanto auguri alla leader di FdI, anche qualche avvertenza. All’assemblea generale di Federchimica a Milano e poi a quella di Confindustria Alto Milanese, Bonomi ha detto quel che pensa: «È un governo storico, è la prima volta di una donna presidente del Consiglio quindi facciamo gli auguri personali di Confindustria al nuovo presidente del Consiglio e al nuovo governo. Come sapete, non giudichiamo le persone, ma giudicheremo i provvedimenti nel merito». Lo stesso ha poi ricordato le urgenze dell’Italia che, come il resto d’Europa, nel 2023 si troverà ad affrontare «un rallentamento forte dell’economia e degli investimenti». E l’anno che verrà sarà ancora più difficile.
Riferendosi alla nuova legge di Bilancio alla quale il governo Meloni dovrà subito mettere mano, il presidente di Confindustria ha detto di auspiacare di «riconfigurare la spesa pubblica del 4-5%: ci metterebbe a disposizione quelle risorse per tamponare e non agire sul debito pubblico». Proprio perché, ha sottolineato: «Non possiamo scassare i conti dello Stato». I bisogni principali a cui il governo sarà chiamato a rispondere dovranno essere per Bonomi «l’emergenza energia da affrontare subito e il lavoro per cui auspichiamo che si apra veramente un confronto governo-parti sociali». Occorre «mettere in sicurezza l’asset più importante del Paese, l’industria italiana». E in tal senso l’Europa dovrà aiutare l’Italia e i Paesi più deboli.
Bonomi ha riconosciuto che «quanto fatto dall’ex premier Mario Draghi all’ultimo Consiglio europeo è un grande successo politico» cui deve seguire tuttavia «qualche fatto tecnico: ci sono alcuni caveat di tedeschi e olandesi che ci preoccupano». Ma se, come si prevede, l’economia dovesse peggiorare, l’«Europa dovrà fornire a tutti gli strumenti necessari per affrontarla», sennò, «avremo una sola strada, lo sforamento del deficit per salvaguardare l’economia italiana, mi auspico che non si arrivi a questo». Il presidente di Confindustria si è poi rivolto ai partiti: «Capisco la legittima aspirazione di rispondere alle promesse elettorali, ma questo non è il momento».
A detta di Bonomi interventi su pensioni anticipate e flat tax non sono adeguati alla realtà coeva: «Non ce li possiamo permettere, quelle poche risorse che abbiamo le dobbiamo dedicare a salvaguardare la manifattura». Parole le sue che risulteranno sgradite all’esecutivo a guida Meloni, ma il dirigente sul finale ha chiarito quello è che il senso della missione di Confindustria: «Noi non facciamo campagna elettorale con le promesse, tutte le volte che suonano le campane dell’emergenza, metteremo l’interesse dell’Italia davanti ai nostri e non avremo timore di dire ciò che secondo noi sarebbe meglio per il nostro paese. Mai».