“La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”.A dirlo, prendendo in prestito una citazione di Joahann Sebastian Bach, Ramin Bahrami, uno dei musicisti più famosi al mondo, intervenendo al Teatro Fraschini alla cerimonia di inaugurazione dell’anno Accademico 2022-2023 dell’Università di Pavia. Bahrami è nato 45 anni fa a Teheran, capitale dell’Iran, in una famiglia letteralmente cosmopolita: padre metà tedesco e metà iraniano, e mamma di origini russo-turche. In un Paese libero e pieno di vitalità, colori e sapori cangianti. Poter danzare, baciarsi pubblicamente, cantare le canzoni di Michael Jackson, solo per citare alcune libertà fondamentali, “sono atti repressi puntualmente da 40 anni in quel Paese”, ha detto.
“L’epoca in cui viviamo, anzi, con la quale tentiamo di convivere – ha aggiunto Bahrami -, è rappresentata da una politica sempre meno attenta al bello e approntata a fare profitto a tutti i costi, a mandare le armi, anziché cercare il dialogo. Siamo reduci da una pandemia che ha generato paura e terrore e tanta disumanità. Ma, allo stesso modo, nuovi orizzonti e una nuova luce. La vostra luce ed energia ne sono una prova tangibile. Il vostro entusiasmo per la vita e la vostra creatività mi rendono molto fiducioso”. “Mi è stato raccontato – ha sottolineato il pianista iraniano – della grande solidarietà manifestata dai giovani italiani nelle piazze e nelle Università italiane ed europee. Tutto questo è straordinario e vi fa onore. Gli esseri umani sono come le voci di una composizione di Johann Sebastian Bach, di cui, più tardi, eseguirò un piccolo assaggio. Se una voce è stonata o va fuori tempo e non si relaziona con le altre, si distrugge l’insieme. Esattamente come nella società, anche nella musica bisogna che tutte le voci siano funzionanti. In un mondo dove migliaia di persone tutti i giorni muoiono o non hanno da mangiare non si ascolta una bella partitura musicale. Oggi, nell’era della digitalizzazione, che, va evidenziato, è una benedizione, abbiamo modo di vedere cose che altrimenti non vedremmo mai e possiamo viaggiare stando seduti a casa nostra. Qualcuno direbbe che si tratta di un progresso; lo è, ovviamente”, ha concluso.