Il turismo italiano parla russo. Senza un motivo razionalmente valido, la sede a Mosca dell’Enit, agenzia nazionale per il turismo che fa capo al Ministero del Turismo rettò dal leghista Massimo Garavaglia, è ancora attiva. E paga l’affitto in rubli. 300mila rubli, per la precisione, che l’Enit ha versato solo nel corso del 2022 alla partecipata statale russa che gestisce le proprietà pubbliche.
Resta oscuro il motivo per cui, in piene sanzioni e dopo l’aggressione all’Ucraina, un’agenzia statale italiana continui a intrattenere rapporti con lo stato russo e sostenga di avvalersi di non ben specificati “servizi diplomatici, pubblici e privati” pagati a peso d’oro. “L’area di competenza di Enit Mosca comprende 15 paesi di area post sovietica – spiegano a TPI dall’agenzia – tra cui Azerbaijan, Armenia, Georgia, Uzbekistan, Kazakistan e Paesi Baltici”. Quindi stanno a Mosca, pagano in rubli al Cremlino, ma si occupano di altro. Poi ci sorprendiamo se Salvini chiede di ritirare le sanzioni.