Su «Il Dubbio» l’intervista di Giacomo Puletti al professor Cazzola, che è convinto che un fronte moderato possa togliere dei voti al centrodestra: “Bisogna vedere cosa farà Calenda nei prossimi giorni. Se decollerà un polo liberal-democratico intorno all’agenda Draghi o se Calenda vorrà farsi del male correndo da solo. È in queste ore sulla base delle scelte che farà che potremo capire se ha della stoffa da vero leader o se è solo come fu definito un “Ercolano sempre in piedi”. Ci vuole per il giornalista “un polo centrista che metta insieme Azioni, Iv e la lista Pizzarotti e che senza far troppe storie, sia disposto a valorizzare gli ex di Forza Italia è in grado di togliere voti al centrodestra ovvero a Berlusconi e ai cespugli di Toti, Lupi, Cesa e compagni”. L’esperto ha poi aggiunto: “Comunque considero giusta la scelta di ritirarsi dall’accordo con Letta. Calenda era convinto di aver messo in trappola il Pd; invece era finito in trappola lui perché l’accordo permetteva a Letta di allargare la coalizione alla sua sinistra”.
Sulle scelte di Letta, il professor Cazzola ha detto: “L’attuale gruppo dirigente del Pd, a partire da Enrico Letta, ha il destino già segnato, a meno che non avvenga un miracolo nello spoglio delle schede il 25 settembre. Letta aveva davanti a sé due strade e due esempi da imitare. La prima era quella dell’Unione con cui Prodi vinse le elezioni nel 2006; ovvero una coalizione tenuta insieme perché tutti sono contro l’alleanza avversaria. (…) La seconda opzione che sembrava presente nell’intesa con Calenda, era quella della vocazione maggioritaria che consentì a Walter Veltroni nel 2008, di rendere onorevole una sconfitta elettorale pressoché certa e comunque di liquidare le formazioni alla sinistra dei dem che avevano reso la vita difficile a Prodi. Il Pd, salvo per l’exploit di Renzi alle Europee, non ha mai ottenuto un risultato paragonabile a quello, pur non vittorioso, conseguito sotto la direzione di Veltroni e attraverso la rottura con le formazioni alla sua sinistra. Letta ha pasticciato ambedue le opzioni”.
A proposito dell’alleanza tra Renzi e Calenda, Cazzola ha evidenziato il punto su cui ambedue dovrebbero insistere maggiormente perché il Terzo Polo abbia successo: “Deve essere sostenitore intransigente dell’agenda Draghi senza timori e mediazioni. Su Giorgia Meloni, il professore ha detto: “Lei ha capito che nel nuovo quadro geopolitico occorre fornire delle garanzie agli alleati e all’Ue. Certo che è un po’ triste avere come garante la leader di FdI. Soprattutto perché la situazione è in movimento; non è detto che le posizioni resistono le stesse”. Alla domanda diretta “Quanto perderà l’Italia senza Draghi visti i risultati in economia”, Cazzola ha replicato: “Per ora al governo è consentita una gestione degli affari correnti molto ampia. Il centrodestra si illude di riuscire a fare un governo al più presto. Il nuovo parlamento si riunirà a metà ottobre. Draghi ha la possibilità di tenere il più possibile la barra in una direzione che nella misura del possibile consentito non si interrompano ma si implementino i vincoli connessi al Pnrr”.