Scudo anti spread salva BTP, la Germania si mette di traverso alla misura a cui sta lavorando la Bce di Christine Lagarde. Il 21 luglio, infatti, scatterà il nuovo bazooka che porterà ad un rialzo dei tassi anti-inflazione nell’area euro di 25 punti base. Si tratta della prima stretta monetaria in più di 10 anni.
Tale strumento serve per evitare la frammentazione dell’Eurozona e sostenere i pesi più indebitati (l’Italia è tra questi) dagli attacchi dell’alta finanza. Ma la Germania non ci sta e lo ha detto chiaro per bocca di Joachim Nagel, numero uno della Bundesbank ed esponente del consiglio direttivo della Bce, storico “nemico” di Mario Draghi. Nagel ha avvertito sulle possibili conseguenze negative che il lancio di uno scudo anti-spread potrebbe scatenare, e ha invitato la Bce alla cautela relativamente a “misure che dovrebbero essere adottate solo in circostanze eccezionali e sulla base di condizioni definite in modo preciso – ha detto -. Sareu cauto nell’utilizzare gli strumenti di politica monetaria per limitare i premi sul rischio. Sarebbe fatale se i governi pensassero che l’Eurosistema fosse sempre pronto ad assicurare condizioni di finanziamento favorevoli agli stati membri. È chiaro che misure insolite di politica monetaria volte a combattere la frammentazione potrebbero essere giustificate solo in circostanze eccezionali e sulla base di condizioni ben definite”.
Niente bazooka, dunque, per il numero uno di Bundesbank, ameno che non “fornisca ai governi incentivi sufficienti a raggiungere livelli sostenibili di debito – ha aggiunto -. Le banche centrali non devono essere portate a prendere decisioni da quelli che sono spesso sviluppi di breve termine che si manifestano nei mercati finanziari”.
L’opposizione tedesca a questi strumenti rischia però ora di riaccendere i contrasti tra Italia e Germania, soprattutto se cavalcati dai soliti populisti che non vedono l’ora di avere un altro pretesto per demolire i rapporti de nostro Paese con altri membri della UE, Germania in primis, da sempre avvertita dall’opinione pubblica come il lupo cattivo che vuole fare un sol boccone del Belpaese.