Putin il nuovo führer: quei legami torbidi tra la Russia e il neonazismo

Che Vladirimir Putin negli ultimi anni, se non decenni, abbia investito molte e ingenti risorse anche economiche per far penetrare come un pericoloso virus la sua visione del mondo e dei rapporti di forza tra nazioni è dato risaputo. E’ risaputo anche che, tramite professionisti di estrema, seppur oscura qualità, abbia tentato di manipolare le elezioni praticamente in tutto l’Occidente e che abbia sponsorizzato le forze più estremiste in giro per l’Europa da arruolarle alla sua folle causa.

Quel che molti non sanno è che, mentre lo zar moscovita muove guerra all’Ucraina accusando il Governo e il popolo di essere “nazista”, è invece la Russia che da tantissimi anni intrattiene rapporti organici con i movimenti neonazisti sparsi in tutto il mondo. Roba da far impallidire il Battaglione Azov (ammesso che siano nazisti pure loro, cosa della quale ad oggi nessuno ha dato prova oltre ogni ragionevole dubbio).

Esiste un network di organizzazioni più o meno ampie che si ispirano alle deliranti teorie del Terzo Reich e che vedono Putin come un nuovo Fhurer sotto la cui egida riportare in auge una waltanschaung che credevamo a torto morta e sepolta.
L’Ocse certifica questo grazie anche all’attività portata avanti da Micheal Carpnter nel Consiglio di Vienna. Ebbene da questa attività emerge un quadro desolante e inquietante che spiega bene come le atrocità commesse in Ucraina non siano solo di natura estemporanea e gratuita, o magari dovute alla brutalità di qualche generale poco avvezzo alle convenzioni internazionali. No. Affatto! Esse sono il risultato di una campagna di odio ultranazionalista e nazista a lungo portata avanti in Russia al punto che gli stessi soldati ne sono talmente imbevuti da trovare del tutto naturale sfogare la loro crudeltà nei confronti di vecchi donne e bambini ucraini considerati “untermenchen”. Siamo di fronte alla disumanizzazione completa del “nemico” definito proditoriamente “nazi” (nell’accezione bislacca di “tutto ciò che si oppone alla Russia”). Carpenter avverte come la lunga campagna d’odio nazionalista iniettata urbi et orbi e l’invasione dell’Ucraina sono due facce della stessa diabolica medaglia.

Sono stati dimostrati legami stretti tra il Cremlino e il Movimento di Resistenza Nordica, movimento neonazista fra le cui fila militava Anton Thulin, coinvolto in un attentato dinamitardo a Gotheborg e che aveva ricevuto direttamente un addestramento militare speciale a San Pietroburgo ad opera del gruppo Partizan. Questo, a sua volta parte del Movimento Imperiale Russo supporta e non solo ideologicamente l’invasione ucraina.
Non dimentichiamo il famigerato Battaglione Wagner di fede ostentatamente nazista al soldo di Mosca che evidentemente non disdegna i nazisti per denazificare (sic!) l’Ucraina del presidente ebreo Zelensky.

Questo network neonazista è inoltre estremamente impegnato in rete dove attraverso piattaforme estremiste, più o meno collegate tra loro, infetta le menti di tanti cittadini, molti dei quali europei, con propaganda e disinformazione spinta fino al complottismo più audace e inverosimile.
Quanto ciò sia diffuso abbiamo iniziato a vederlo durante la pandemia per poi continuare con la guerra e adesso con l’emergenza climatica. Ormai, quale che sia il tema, il mood di una certa “contro-informazione” è sempre il medesimo: saremmo di fronte a un complotto ordito dalle elites ultra liberiste euroatlantiche contro la sovranità dei popoli strenuamente difesa da Putin e dai suoi alleati e sodali. Sembra di risentire il famoso “complotto pluto-giudaico-massonico di mussoliniana memoria a dimostrazione de fatto che per quanto possa cambiare la fase storica il copione estremista rimane il medesimo. Oggi, ciò dà plasticamente il senso della emergenza culturale oltre che politica nella quale versiamo e ci dovrebbe avvertire dei rischi che corre la democrazia liberale per come l’abbiamo imparata a conoscere negli ultimi quantomeno settant’anni.

Siamo di fronte a gente organizzata e pericolosa che gode di risorse, di coperture e anche di una certa impunità (se si permettono di assaltare il Campidoglio guidati da un soggetto che adesso casualmente si trova in “asilo politico” in Russia). Che si tratti di QANON e del sovranismo trumpiano o che si tratti dell’ultranazionalismo russo con le relative mire imperiali, siamo tutti in pericolo e quando diciamo che in Ucraina oggi si combatte per la democrazia non è una mistificazione retorica ma è la amara realtà.
Cellule impazzite di queste forme che non esitiamo a definire terroriste (pensiamo al suprematismo bianco che pure per il giorno del ringraziamento a fatto vittime in America) sono in Occidente ormai silenti ma radicate, che hanno di mira la cancellazione di tutto ciò che per secoli l’Europa e gli Stati Uniti hanno portato di buono in questo mondo che loro (gli estremisti) vorrebbero cambiare e far regredire verso oscuri evi di barbarie.