«Credo che ormai sia chiaro a tutti che stiamo andando incontro a situazioni estreme sempre più ricorrenti. Avremo bisogno di un sistema organico forte, nazionale, di Protezione civile». Così Agostino Miozzo in un’intervista rilasciata a «Repubblica» mentre sono ancora in corso le ricerche sulla Marmolada. ‘Poche speranze per i dispersi’, le parole dei soccorritori. L’enorme massa di ghiaccio e roccia ha restituito finora sette vittime e otto feriti, due dei quali in maniera grave. Non si hanno notizie ancora di 13 persone. Un disastro che deve farci aprire gli occhi.
La “nuova” Protezione civile, quella con i poteri ridotti dalla riforma del 2018, potrebbe non bastare per far fronte ad emergenze di questo tipo: «La risposta sia sotto gli occhi di tutti. Siccità, incendi, eventi atmosferici violenti, dissesto idrogeologico: tutti fronti aperti. E persino con la dichiarazione di uno stato di emergenza la Protezione civile, così com’è, non riesce che a mettere pannicelli caldi: distribuzione di aiuti e risorse, tentativi di coordinamento, piccoli interventi, di certo nulla di strutturale. Attenzione, che non è di questo che c’è bisogno».
«Io oggi mi sento di dire al governo: rivediamo questa riforma, diamo al sistema nazionale di protezione civile e al suo capo poteri forti e altrettante responsabilità. Diversamente, anche per queste nuove emergenze, a cominciare dalla siccità, rischiamo di fare lo stesso percorso e gli stessi errori dell’emergenza Covid», ha sottolineato Miozzo, che è stato coordinatore del Comitato tecnico scientifico per più di un anno, da febbraio 2020 a marzo 2021. Poi la decisione di lasciare:
«Il Covid ha dimostrato come la Protezione civile sia stata sottomessa alle Regioni. Ricordate quante ordinanze locali, le più diverse, venivano emanate in quei mesi, con i governatori che ovviamente rispondevano a spintelocali e la Protezione civile che faceva una gran fatica a provare a dare un indirizzo comune. Oggi vedo che si sta ripercorrendo la stessa strada sull’acqua: ogni giorno leggo di ordinanze locali diverse e immagino che ci ritroveremo ancora una volta ad assistere al cinema delle autonomie locali quando invece si dovrebbe fare sistema».
Parole dure quelle di Miozzo, che debbono farci riflettere: «In Italia siamo molto lontani dal concetto di prevenzione. Anche perché, io posso dirlo liberamente, con la prevenzione non vinci le elezioni. Gli interventi veri, quelli che risolvono, li devi fare in tempi di pace. La prevenzione è cultura senza applausi per questo ha poco appeal. Anche perché è difficile avere applausi per aver evitato un danno che non avviene e dunque non è visibile e quindi non è raccontato». E ancora: «Forse una Protezione civile con un ruolo forte e centralizzato, avrebbe potuto avviare interventi seri e di prevenzione a tempo debito», ha evidenziato.