Veronika ha 19 anni, è una violinista ucraina in fuga dal Donbass, dove ha lasciato famiglia (genitori e cinque fratelli), fidanzato al fronte, e casa propria. Dopo una sosta a Kiev, è fuggita in Occidente, trovando riparo in un comune dell’hinterland fiorentino dove una famiglia ha preso a cuore la sua situazione l’ha ospitata assieme a una amica, anche lei in fuga dalla guerra. Da sempre la musica e il violino sono la sua passione tanto che in Ucraina si è abilitata come insegnante prima che la guerra cancellasse i suoi progetti, che la ragazza spera di riprendere non appena potrà tornare in patria.
Mercoledì scorso, Veronika stava suonando a Firenze, in strada, in piazza Duomo all’angolo tra via dei Cerretani e Borgo san Lorenzo senza arrecare alcun fastidio, anzi, allietando i passanti con musica tradizionale ucraina e solo con l’obiettivo di raccogliere pochi soldi da inviare alla famiglia. Ecco, Veronika ha avuto la sfortuna di imbattersi in zelanti agenti di Polizia Municipale che in pochi minuti, e nonostante le proteste delle persone, l’hanno letteralmente cacciata via, perché “a Firenze non si può suonare in strada”. Veronika, dopo qualche timida protesta, è stata costretta “silenziare la musica” e a fuggire via in lacrime.
Tuttavia, visto come vanno le cose in città non si può che rimanere allibiti da quanto zelo ci sia stato da parte della pattuglia nell’allontanare la giovane. Firenze, città accogliente, in grado di mobilitare una gran rete a favore dei profughi ucraini, non sa prendersi cura di una profuga ucraina, la cui unica “colpa” era quella di suonare in strada. Ci si chiede dove sia stata quella cultura securtaria in questi anni, dal momento che la città sta vivendo una situazione di degrado progressivo, anche per l’incapacità dell’amministrazione di garantire ai propri cittadini una maggiore sicurezza, specialmente in certe zone e a certi orari. Aree di spaccio sostanzialmente h24, il centro storico non percorribile oltre un certo orario, come se fosse in vigore un indecente coprifuoco imposto dalla microcriminalità. Quartieri che in ogni parte della città vedono sorgere comitati per sensibilizzare le istituzioni al tema sicurezza, spesso invano. Questa è la situazione. Eppure in questi casi, non si assiste ad alcuno zelo e prontezza. C’è da domandarsi perché. E, si badi bene, è qualcosa che non ha a che fare con le Forze dell’Ordine che fanno il massimo possibile, ma con chi decide il loro impiego e, ancor più in generale, con una certa cultura amministrativa della città che purtroppo da anni non trova la forza per fronteggiare l’impennata di microcriminalità, che poi non è tanto micro, ma che non esita a “sfrattare” una giovane donna scappata dalla guerra e che ha perso tutto.
Bene ha fatto il sindaco Nardella – probabilmente memore della sua vocazione musicale, e forse anche sollecitato dalla ferma reazione dell’opinione pubblica cittadina, solidale con la giovane – a metterci una pezza, procurando un incontro fra Veronika e il Direttore del Conservatorio Cherubini di Firenze, dove la stessa, pare, verrà accolta la prossima settimana e dove finalmente potrà continuare a suonare.
Ma, ormai, il danno è fatto!