La violenza contro le donne è una piaga sociale che continua a tormentare il nostro Paese, prendendo forme sempre più agghiaccianti. L’ultimo, doloroso episodio riguarda le tragiche morti di Giulia Tramontano e Pierpaola Romano, ulteriori vittime di una violenza inarrestabile.
Giulia era incinta al settimo mese, un dettaglio che rende ancor più sconvolgente la sua prematura scomparsa. Questi episodi di violenza non possono e non devono essere ignorati. È essenziale che la politica intervenga con determinazione, offrendo risposte concrete e coerenti.
Esistono proposte legislative ben definite e largamente condivise, anche dalla precedente maggioranza, che potrebbero rappresentare un significativo passo avanti. Queste proposte meritano un’attenzione prioritaria e un approccio rapido. Se possiamo concordare su tali questioni, dovremmo farlo e portare avanti queste proposte in Parlamento, con l’obiettivo di approvarle prima dell’estate.
In questo contesto, la presidente di Azione, Mara Carfagna, ha osservato: “C’è un pacchetto molto specifico di norme elaborato nella precedente legislatura e largamente condiviso dalla maggioranza di allora, FI e Lega comprese: credo che anche il partito della premier possa farlo suo.”
Ma la legge da sola non basta. È fondamentale lavorare anche sulla formazione ed educazione dei giovani. Nelle scuole, dovremmo integrare nell’ora di educazione civica un percorso formativo che sottolinei il netto rifiuto di ogni forma di aggressività verso le donne. È importante spiegare con chiarezza che una fidanzata o una moglie è un essere libero e non una proprietà.
La lotta contro la violenza di genere è una sfida di lungo termine, che richiede impegno costante. Forse non riusciremo a eliminare completamente questa piaga dalla generazione attuale, ma dobbiamo impegnarci per educare la prossima.
Non dobbiamo rassegnarci, e non possiamo permetterci di cadere nella trappola del fatalismo, pronunciando frasi come “tanto non finirà mai”. Al contrario, abbiamo l’opportunità e il dovere di fare la differenza. Possiamo proteggere migliaia di donne a rischio e gettare le basi per un futuro più equo, dove le donne possano vivere senza timore, godendo del diritto fondamentale di respingere o lasciare un uomo senza dover temere per la loro vita. Questo è l’obiettivo verso cui dovremmo lavorare con determinazione.