Le recenti elezioni nei Paesi Bassi hanno scatenato un’allerta nelle istituzioni europee di Bruxelles e nel Quartier generale della NATO. Il timore è che Geert Wilders, il leader sovranista di estrema destra, possa guidare un governo olandese con posizioni incompatibili con l’integrazione europea e con la linea occidentale di sostegno all’Ucraina. In questa fase cruciale, la strategia sembra essere quella di tessere una rete di protezione intorno a Wilders, impedendogli di formare un governo.
L’attenzione si sposta sul premier uscente, Mark Rutte, il cui nome è considerato in pole position per la successione a Jens Stoltenberg al vertice della NATO. Tuttavia, la domanda cruciale è se un olandese può guidare un’organizzazione impegnata a sostenere l’Ucraina contro la Russia mentre il governo olandese si sposta su posizioni vicine a Putin. Le pressioni su Rutte sono chiare: evitare un governo guidato da Wilders, che potrebbe compromettere la stabilità politica e la coerenza europea.
Il partito di Wilders, il PVV, ha conquistato 37 seggi su 150, lontano dalla maggioranza necessaria di 76. La strada sembra quindi essere quella di sfibrare Wilders, indurlo a commettere errori fatali e cambiare completamente lo schema politico. In questo contesto, Rutte gioca un ruolo chiave. Le sue relazioni privilegiate con il presidente francese Macron e il suo ruolo nelle istituzioni europee lo pongono come figura centrale nella resistenza contro l’ascesa sovranista.
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Il Presidente francese Macron teme che un governo guidato da Wilders consegni un altro alleato a Marine Le Pen. Anche il Partito Popolare Europeo, come spiegato dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, non intende sostenere Wilders, aprendo così crepe nel centrodestra italiano dopo le congratulazioni di Salvini all’estremista olandese. Le cancellerie europee, le istituzioni comunitarie e la NATO lavorano insieme per evitare l’avvento del capo sovranista, cercando di avvolgerlo in una ragnatela di difficoltà nel formare una maggioranza solida.
La strategia sembra mirare a far pesare su Rutte la sua influenza sul partito liberale, il VVD, affinché non supporti un governo guidato da Wilders. Anche la nuova leader dei liberali, Dilan Yesilgoz, sembra aver ritrattato l’assenso che aveva dato in campagna elettorale alla formazione di un governo con il partito di estrema destra, rifiutandosi ora di dare fiducia a Wilders, ma comunque lasciando aperta la possibilità di sostenere un governo di centrodestra con proposte costruttive.
Il contesto internazionale gioca un ruolo fondamentale nel tentativo di spossare Wilders e dimostrare che la sua è una vittoria di Pirro. La prospettiva di una Grande Alleanza potrebbe essere presentata come un’alternativa più stabile e coerente per gli olandesi, in protesta in questi giorni proprio contro Wilders. La ragnatela di resistenza intorno a Wilders si sta formando, ma il futuro politico olandese rimane incerto, con Rutte al centro di una delicata equazione politica nazionale e internazionale.