Il ruggito di certa destra estrema in Europa deve far scattare l’allarme per il rischio che si corre ad alimentare il peso di forze politiche che vogliono riportare indietro la storia.
Lo spiega bene oggi su Il Domani la politologa Nadia Urbinati, che ricorda come il manifesto “Dichiarazione sull’avvenire dell’Europa”, firmato l’anno scorso da Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Marine Le Pen, Vox, Viktor Orban, Jarosław Kaczyński e altri esponenti di partiti sovranisti, abbia intenti reazionari. “Oggi dopo 70 anni di governo democratico, conquistato sui campi di battaglia contro quei fanatici della gerarchia della loro ‘stirpe’ – scrive la politologa – la parte reazionaria allora sconfitta cerca di risorgere per ridare a quell’Europa che sembrava estinta una nuova chanche. L’ideologia della destra è reazionaria nel vero senso della parola: pensata per rilanciare una visione d’Europa che la Rivoluzione Francese avrebbe voluto ‘estinta per sempre’. Eccola qui l’Europa della destra. Rinata su spinta dei paesi dell’est, in diretta competizione contro i paesi dell’Europa occidentale dia quali è nata la matrice della UE in cui ci identifichiamo. Un’altra Europa, questa della destra. Un mostriciattolo che tiene insieme idee che cozzano tra loro: da un lato vuole più autonomia degli stati nazionali per celebrare e progettare la pluralità dei popoli e delle loro culture; dall’altro si lancia in una visione della vita e della persona che vuole spalmare su tutto il continente. Come se le idee di famiglia e di vita personale e intima siano – anzi, debbano essere – identiche in tutti gli angoli del vecchio continente, e soprattutto ispirate a quei valori reazionari che questi leader impersonano”.
Per questo è necessario porre un freno, un argine, al dilagare di questa destra reazionaria che mina l’Europa dal di dentro.