Un compagno è per sempre: Bersani e la “guerra borghese” contro Putin

Un compagno è per sempre. Sembra incredibile, ma nel 2022 in Italia c’è chi, come il deputato di Articolo1 Pierluigi Bersani, ancora ripete la solita solfa della dittatura plutocratico-borghese dei paesi imperialisti (gli Usa in particolare e l’occidente in generale) a scapito dei poveracci e dei disgraziati dei paesi proletari (Russia e Cina).

“A poco a poco, con questa storia della democrazia contro le autocrazie, non viene il sospetto che sia una guerra dei ricchi contro i poveri del mondo guidati da Russia e Cina?” ha incredibilmente affermato Bersani, riportando il dibattito politico internazionale indietro di 60 anni, quando teneva banco la disputa tra borghesi e proletari. Una semplificazione della geopolitica mondiale attuale un tantino forzata e certamente poco rispondente alla realtà.

Non solo. Bersani ha chiaramente detto in diverse interviste da che parte sta. “Si può stare nella Nato con un profilo che tenga conto che siamo l’Europa – dice -. Qui il rischio è che la guerra si cronicizzi. E se si cronicizza, ragazzi, io non so come il famoso Occidente reggerà questa guerra, se non con delle divisioni profonde. L’Europa può rafforzarsi, ma, attenzione: può anche saltare e andare in mezzo a dei guai seri”.

“Va bene armare l’Ucraina, ho votato a favore – ha aggiunto Bersani -, è giusto sostenere la resistenza ucraina”. Ma guai a parlare di una sconfitta di Putin! “Questo sì sarebbe in conflitto con la nostra Costituzione, che dice no alla guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – scopre le carte il deputato di Articolo1 -. Noi stiamo aiutando una resistenza, è molto diverso. Noi non vogliamo indebolire la Russia con la guerra, vogliamo un Ucraina in piedi che possa negoziare la pace con la Russia. Il concetto di sconfiggere una potenza nucleare non esiste, è un ossimoro. Le grandi potenze fan fatica a vincere guerre convenzionali. E questo può alla lunga richiamare un salto: sono più adatte, queste potenze, all’uso delle tecnologie informatiche e del nucleare. Il rischio di escalation è questo, non quello di una guerra convenzionale su vasta scala.

“L’Europa è una propaggine del continente russo – conclude Bersani -. Parliamo di un Paese che si estende su 11 fusi orari, con pochissima popolazione, ma strapieno come pochi altri al mondo di materie prime e fonti energetiche. Alla lunga la geografia vince sulla storia, perché è immanente e prima o poi pretende le sue ragioni. Gli amici, e gli Usa lo sono, dovrebbe aiutarci ad avere rapporti di convivenza che la geografia suggerisce”.