In un’intervista concessa stamani a “Repubblica” Maria Stella Gelmini si dice soddisfatta dell’accordo tra Renzi e Calenda, che ha portato alla nascita del terzo polo. L’ex forzista ha dichiarato di fidarsi del fondatore di Iv (“Sì, ha fatto una scelta generosa, lasciando la leadership a Carlo Calenda. È un Renzi più saggio e riflessivo di un tempo, si vede che ci crede davvero al progetto”, le sue parole) e si è complimentata con il leader di Azione: “Calenda ha scelto la strada più difficile. Poteva andare tranquillamente col centrosinistra, lì i seggi erano assicurati. Ma se si vuole stare dalla parte di chi rischia e non di chi aspetta il reddito di cittadinanza non si può militare dentro una coalizione che tiene insieme Carlo Cottarelli e Nicola Fratoianni”.
A quali elettori punta il terzo polo? “Ai delusi di Forza Italia, che nel seguire Matteo Salvini ha compiuto una scelta folle, facendo cadere Mario Draghi. Ma anche ai delusi della Lega. E naturalmente ai tanti che non hanno ancora scelto cosa votare”, ha spiegato Maria Stella Gelmini. La ministra ha poi aggiunto: “Noi siamo il partito del buon governo, della serietà, della responsabilità. Gli unici che portano avanti l’agenda Draghi. E lo facciamo con una squadra che come, ha detto l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, è passato dall’io al noi”.
A proposito dei sondaggi non proprio incoraggianti la Gelmini ottimista ha detto: “Invece io penso che potremmo raggiungere la doppia cifra”. Per lei si riuscirà ad andare d’accordo: “Non vedo problemi, io al governo ho lavorato benissimo sia con Mara Carfagna, che era del mio partito, sia con Elena Bonetti di Italia viva. E c’è piana consonanza sull’agenda Draghi. Senza Renzi non ci sarebbe stato Draghi a palazzo Chigi”. Sull’ipotesi di Draghi ancora premier la ministra ha affermato: “Non possiamo tirare per la giacca nessuno, naturalmente, ma il suo lavoro non può essere buttato alle ortiche”. Poi ha spiegato in cosa consiste l’agenda Draghi: “Il lavoro avviato col Pnrr. Gli aiuti, ben 45 miliardi contro il caro energia e il caro bollette. Il sostegno all’Ucraina. La collocazione salda dentro i valori dell’Occidente, Draghi si è speso per l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Va poi preservata la sostenibilità dei conti pubblici, visto che il nostro debito pubblico è passato dal 120 al 150 per cento del Pil. Il sì ai termovalorizzatori e ai rigassificatori. Tutto questo rappresenta un patrimonio per il Paese”.
Gelmini è convinta della sua adesione ad Azione e si fida del leader del partito: “Calenda piace perché parla chiaro, è netto, deciso, e quando serve ruvido”. Per lei il Terzo Polo non favorirà affatto la destra: “Penso il contrario. La destra avrebbe avuto tutto da guadagnare se Calenda se ne fosse andato con il centrosinistra. Calenda è ascoltato nel mondo delle imprese, tra le partite Iva, che guardano a lui con speranza”, ha detto convinta la ministra.