“Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30 compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. Arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto”. È questo il disperato appello, lanciato sui social, dal padre di Alessia Piperno, una ragazza italiana che sarebbe stata fermata in Iran. Non si ha al momento alcuna conferma ufficiale: il post del padre è scomparso ora sull’account Facebook dell’uomo.
Nel lungo messaggio il padre racconta che la figlia “è una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli: si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni paese che ha visitato”. Poi ha spiegato di essere molto preoccupato: “Noi genitori, e il fratello David, non riusciamo a stare con le mani in mano. Non si può stare fermi quando un figlio ti dice ‘vi prego, aiutatemi’. Voglio che si sappia e che questa notizia raggiunga più persone possibili, magari arrivare a quella giusta che può aiutarci. Grazie”.
Alessia era arrivata in Iran a metà luglio: nel suo primo post da lì, datato 22 luglio, aveva scritto di essere rimasta conquistata, incantata, da quella meravigliosa terra. Nell’ultima telefonata al padre, titolare di una libreria in un quartiere a sud della Capitale, la giovane donna avrebbe detto di stare bene, ma di essere preoccupata anche per l’arresto di alcuni suoi amici stranieri. Una settimana fa, mentre infuriavano le proteste per la morte di Masha Amini e di Hadith Najafi, scriveva: “Non riesco ad andarmene da qui, ora più che mai. Stanno manifestando per la loro libertà”. Ora sono in corso gli accertamenti della Farnesina.