Che ne è del Nordio garantista? Quello che in un’intervista al «Foglio» diceva a Claudio Cerasa: “Io penso che l’ergastolo ostativo, il principio cioè che al reo non venga concessa la possibilità di alcun beneficio, sia un’eresia contraria alla Costituzione”. Oggi è il ministro della Giustizia di un governo formato dalla peggiore destra estremista, che sta portando avanti un’assurda propaganda sui rave.
L’esecutivo guidato da Meloni ha preso il raduno illegale come escamotage per fare un decreto urgente mirato a superare le norme attuali sull’ergastolo ostativo e alla modifica della Costituzione per vararlo. Si è cercato poi di correre ai ripari, viste le polemiche. Ma troppo tardi. L’episodio in sé rivela un fatto ormai chiaro a tutti: il governo è un mix di populismo e sovranismo allo stato puro. E Carlo Nordio sarebbe già ai ferri corti con il suo presidente del Consiglio, che lo aveva nominato proprio per dare un taglio moderato al suo governo. Intanto la Lega ha piazzato come sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari. I retroscena descrivono l’imbarazzo dello stesso Nordio: difatti Ostellari fu relatore della legge sulla legittima difesa, altro provvedimento non proprio ispirato al «garantismo».
La cosa più intelligente sul tema forse l’ha scritta Claudio Cerasa replicando ad una lettera a lui indirizzata e pubblicata sul «Foglio»: “I rave illegali, se sono considerabili come tali, vanno ovviamente proibiti, ma quanto alla pratica folle, e illiberale, di risolvere ogni problema aumentando le pene, giocando cioè con il panpenalismo, suggerirei la lettura, all’attuale premier e al suo ministro della Giustizia un’interessante osservazione offerta qualche mese fa da un bravo magistrato italiano”. Il passaggio? “La sicurezza va garantita in modo preventivo e quindi attraverso il controllo del territorio, il potenziamento delle forze dell’ordine e di tutte quelle attività di prevenzione utili, da utilizzare a patto che restino segrete, come le intercettazioni. E l’errore, l’equivoco della destra, è quello di pensare di garantire la sicurezza attraverso l’inasprimento delle pene, la creazione di nuovi reati e magari con un sistema carcerario come quello che abbiamo che diventa criminogeno”. Di chi sono queste parole? Eh, proprio lui, l’attuale ministro della Giustizia. Quale altro suggerimento dare, dunque, al Nordio di oggi se non quello di rileggere sé stesso.