Spieghiamo a Salvini perché servono le sanzioni alla Russia

Il senatore Salvini si lamenta per il “fango a reti unificate” sulla vicenda del suo incontro privato con l’ambasciatore russo nel marzo scorso, a guerra iniziata, e continua a professarsi un pacifista sincero, che vuole “portare pace per salvare vite e per salvare posti di lavoro in Italia”.

Dice anche che gli italiani come lui vogliono la pace e ci mancherebbe altro, la guerra è sempre una disgrazia e usare le armi l’estrema necessità per chi vuole difendersi da una aggressione. Per Salvini però le armi all’Ucraina, il Paese aggredito, non le dobbiamo mandare, e adesso il leader del Carroccio aggiunge anche che bisognerebbe togliere le sanzioni, perché con le sanzioni “ci perdiamo”.

Quindi l’Italia nell’ambito del sistema di alleanze nel quale si trova non dovrebbe esercitare verso la Russia né hard né soft power. Il piccolo particolare che la Lega è in un governo che li sta esercitando tutti e due sembra irrilevante. Salvini ha incontrato l’ambasciatore russo e vuole andare a Mosca, dove si dice potrebbe addirittura incontrare Lavrov, sempre a scopo personale. D’altra parte Salvini è convinto che l’euro blocca l’economia italiana, mentre il rublo favorisce quella russa, e c’è anche la Cina che ci guadagna.

“La scelta è tra guerra e pace, tra chi ritiene che possa andare avanti per mesi e mesi, con la scia di morti e povertà, e qualcuno che prova a lavorare per la pace che salva vite e da italiano conviene”, dice Salvini denunciando il carovita qui da noi e la situazione di un Paese, l’Ucraina dei morti e della povertà, che è stato invaso, occupato e si cerca di distruggerlo.

È un inedito economicismo pacifista quello salviniano, dove non si nomina neanche una volta chi ha dato inizio a questa guerra, ovvero il presidente russo Putin, il cui ambasciatore in Italia Salvini incontrava in quella che è stata definita diplomazia parallela, ma sarà stato senz’altro un gesto di cortesia verso un Paese che vogliamo tenerci amico perché il comunismo la trionferà.

L’impressione è che coltivare il malcontento popolare in Italia, lisciare il senso di disagio e di disperazione di tanti italiani stretti tra guerra e pandemia, sia l’estremo tentativo di fermare la lenta discesa di consensi della Lega nell’era del Capitano, il mezzo caos interno al partito, verso un congresso che non si sa se e quando si farà. Intanto le sanzioni contro la Russia funzionano, lo dicono anche i premi nobel, Putin ha fallito il suo obiettivo principale, abbattere il governo di Kiev e adesso sembra impantanato pericolosamente. Le sanzioni indeboliscono il riarmo bellico russo. Senza, la guerra continuerebbe. E non avremo mai la pace tanto cara a Salvini.