Solo in Italia i “Salvini” non si dimettono mai

E’ una tregua solo apparente quella sancita dalla riunione di lunedì scorso a via Bellerio. Perché nella Lega nessuno ha riposto i lunghi coltelli, e anche se adesso Matteo Salvini vuole mostrarsi un “leader più aperto all’ascolto”, la crisi interna al suo partito è senza fine. Solo che lui non è come Boris Jhonson e a dimettersi non ci pensa neanche. Pure se di fatto ormai è “commissariato”.

Che sia passata la linea Giorgetti sul sostegno al Governo Draghi è evidente, nonostante i continui capricci di Matteo, le continue richieste e le continue minacce – una volta su ius scholae, una volta sulla cannabis, e via discorrendo – “perché ce lo chiede la base”. Niente strappi, dunque, niente emulazioni del grillino Conte, ma neanche la rinuncia totale a porsi come elemento di disturbo nel Governo Draghi, indipendentemente dalle note del Carroccio che richiamano all’unità e alla compattezza, inneggiando alla “linea decisa nel corso della riunione di lunedì scorso in via Bellerio nell’esclusivo interesse degli italiani e coerentemente con le battaglie del partito”. La linea, per capirci, è quella della responsabilità, sempre che Draghi rispetti gli impegni su alcuni punti indicati dal Carroccio, pace fiscale e salari in primis

Perchè il punto su cui il Kapitano non intende far sconti a Draghi è proprio questo, quello, cioè, relativo al perimetro oltre cui Supermario non dovrà andare pur di compiacere il riottoso leader del M5S Giuseppe Conte: fino a che punto, per tenere nel perimetro della maggioranza i pentastellati, Draghi aprirà in un nuovo provvedimento alle richieste di Conte? In realtà Draghi non pare intenzionato a fare grosse concessioni a Conte: il termovalorizzatore di Roma resta in agenda, così come non è stato sciolto il nodo Superbonus. Al punto che l’avvocato del popolo ha vaneggiato di votare la fiducia sul Dl aiuti alla Camera ma non al Senato (siamo alla follia più totale).

Salvini dovrebbe trovare il coraggio di mettere fine a questo teatrino. Perché non ha più il polso della situazione e con le sue richieste “che vengono dalla base” copre di ridicolo se stesso e mette a rischio un Governo impegnato a tenere in piedi il Paese.