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Se quella di Putin diventa una vittoria di Pirro

Il conflitto in Ucraina, innescato da un presidente ormai visibilmente in difficoltà, è giunto alla terza settimana. Nelle previsioni del presidente assoluto o zar in pectore (forse da qui la Z sui mezzi usati per l’invasione) tutto sarebbe dovuto terminare nel giro di poche ore e gli ucraini, notoriamente pavidi secondo la retorica russofona degli ultimi anni, avrebbero dovuto capitolare entro poche ore o al massimo qualche giorno. Ormai è chiaro ed evidente a tutto il mondo che l’invincibile armata russa in realtà non è che il fantasma o l’ombra di quella sovietica, dalla quale ha ereditato gran parte degli armamenti e probabilmente anche teorie e tattiche di invasione.

Il parere di molti esperti militari è che i russi con tutta evidenza sono sempre più in difficoltà militarmente e che stanno perdendo la capacità di penetrazione in Ucraina. A tre settimane dall’inizio del conflitto, le truppe migliori avrebbero già dovuto espugnare i capisaldi o almeno essere già entrate vittoriose a Kiev. Invece ancora sono in fase di accerchiamento. Questo potrebbe essere una prova della intenzione di espugnare le città assediate prendendole per sfinimento come nel medioevo, ma richiederebbe tempo, probabilmente mesi e per quel che possiamo vedere il tempo è l’unica cosa che non possono più permettersi i Russi.

Infatti, la situazione economica del gigante dai piedi d’argilla degli Urali ad oggi è questa: il PIL Russo è di 1.483 miliardi di dollari. Quello italiano è di 1.886, francese di 2.603, tedesco di 3.806, cinese di  14.720, americano di 20.940. Per dire che sì, va bene tutto, ma la Russia ha un PIL inferiore alla tanto sbeffeggiata Italia. Se poi analizziamo il PIL pro capite: Russia a 10.126 dollari , italiano a 31.676, tedesco a 45.723, francese a 38.625, rumeno a 12.896. Anche qui la Russia non è messa benissimo.

Anzi. Se poi aggiungiamo il fatto che il rublo vale meno di un centesimo di dollaro, le riserve monetarie sono praticamente inutilizzabili (640 milioni di dollari, di cui 400 totalmente bloccate), Visa e mastercard hanno sospeso le transazioni sul territorio Russo e i titoli di Stato russi non hanno pagato le cedole in scadenza (default tecnico), le cose per la Russia si complicano ulteriormente. Nel secondo trimestre il PIL è a -33% (devastante).  La previsione del PIL nel 2022  è a -7%. Le esportazioni, dall’invasione dell’Ucraina hanno registrato un “bel” -13%.

La nostra domanda è: in tutta questa devastazione economica, quanto costa al popolo russo fare la guerra all’Ucraina? Stando alle nostre stime possiamo dire che il costo ottimisticamente si aggiri intorno ai 220 milioni di dollari al giorno. A questo punto, ammesso e non concesso che il gigante dai piedi d’argilla post sovietico dovesse occupare l’intera o buona parte dell’Ucraina, per quanto potrebbe sostenere un occupazione di quei vasti territori, occupati da una popolazione ostile? Infatti, ciò che terrorizza di più gli strateghi ed economisti è l’impossibilità di poter gestire da un punto di vista tattico militare un’occupazione e tanto meno da un punto di vista economico.

Sicuramente, se pur fuori dal contatto della realtà e anche se in pochi al Cremlino hanno voglia di palesare al loro (non sappiamo più quanto amato) presidente assoluto la verità dei fatti, anche Putin probabilmente si sta rendendo conto che l’unica alternativa è quella di raggiungere un accordo e lasciare che l’Ucraina rimanga un paese neutrale. Magari garantendosi una striscia di terra come cuscinetto nelle autoproclamatesi repubbliche autonome del Donbass. Diversamente se così non fosse la probabilità di un arresto dell’avanzata Russa potrebbe concretizzarsi addirittura in una sconfitta. Aprendo scenari ben più imprevedibili,  alla luce di quella che potrebbe rivelarsi una “vittoria di Putin”, agli occhi della storia, cioè distruggere il proprio paese per occuparne un altro.

(Simone Margheri e Yuri Brioschi)