Nel suo recente intervento sull’emittente CNN, Fareed Zakaria ha affrontato il tema della divisione all’interno dell’élite al potere e l’impatto che questa dinamica ha nei regimi autoritari. Zakaria ha citato il libro “La terza onda” di Samuel Huntington, in cui l’autore mette in luce come la rottura dei membri influenti dell’establishment possa scatenare cambiamenti significativi. Tuttavia, l’assenza di tali disfunzioni può indicare la sopravvivenza dell’autocrate. Zakaria ha applicato queste teorie alla Russia contemporanea, concentrandosi sulle dinamiche di potere interne e le sfide che il paese sta affrontando.
Il giornalista ha poi sottolineato come la recente tentata azione di Yevgeny Prigozhin ha rivelato una certa dissonanza all’interno dell’élite al potere in Russia. Tuttavia, il presidente Vladimir Putin è riuscito apparentemente a soffocare questa opposizione nel giro di pochi giorni. Il fatto che Prigozhin non abbia ricevuto sostegno pubblico da parte di figure chiave del Cremlino potrebbe essere la ragione per cui il suo tentativo di sfidare il potere è stato fermato.
Putin ha dedicato gran parte del suo mandato a reprimere il dissenso dei liberali e sta ora affrontando i suoi sfidanti all’interno del campo nazionalista. Le lotte di potere all’interno dello stato russo sono complesse e sfuggono alla vista del pubblico. Zakaria ha paragonato gli intrighi politici a una lotta tra bulldog sotto un tappeto, visibili solo attraverso i segni di scontro. Attualmente, Bogosian è la figura che sta pagando le conseguenze figurative di questa lotta. È possibile che presto vedremo anche le conseguenze letterali di queste dinamiche di potere.
Putin al crepuscolo: l’Inevitabile declino di un leader
Va presa in considerazione una statistica sorprendente riguardante lo stato della società russa. Un ragazzo russo di quindici anni ha un’aspettativa di vita simile a quella di un coetaneo haitiano. Questo dato è allarmante considerando che la Russia è uno dei paesi più ricchi al mondo in termini di risorse naturali ed è un paese industrializzato con alti livelli di istruzione e alfabetizzazione. La popolazione russa sta diminuendo da tre decenni, e la tendenza è caratterizzata da un tasso di mortalità particolarmente elevato.
In modo sorprendente, è un paese con alti livelli di istruzione ma con tassi di mortalità da paesi meno sviluppati. Questo paradosso è evidente soprattutto nella popolazione in età lavorativa. Zakaria ha evidenziato che la Russia ha prestazioni scolastiche scadenti nel campo della cultura e registra un numero molto basso di richieste di brevetti internazionali. Nonostante la sua vasta popolazione, si posiziona molto dietro in termini di innovazione e produttività.
Secondo il ricercatore Alexander Etkind, Putin ha creato uno Stato parassitario che dipende dalle risorse naturali e non fornisce i servizi tipici di uno Stato moderno ai suoi cittadini. La corruzione è intrinseca a questo regime cleptocratico, e la Russia ha sperimentato un rapido aumento delle disuguaglianze nel periodo post-sovietico. Il regime di Putin considera l’Occidente come una minaccia alla modernizzazione sociale, economica e politica della Russia. Putin invoca una Russia tradizionale basata su valori conservatori, religione, xenofobia e rigidità di genere.
Zakaria ha evidenziato che la principale sfida per la Russia non è solo la guerra in Ucraina, ma la perdita del ventunesimo secolo. Il paese sta affrontando gravi problemi sociali, una crisi demografica e una mancanza di modernizzazione economica e politica. È cruciale comprendere le dinamiche di potere interne e le loro implicazioni per lo sviluppo futuro della Russia. La sfida consiste nel bilanciare la tradizione con la modernizzazione, fornendo un futuro migliore per i cittadini russi e affrontando le questioni cruciali di demografia, salute, istruzione e sviluppo economico.