Ruby Ter, a Berlusconi chiesti 10,5 milioni dalla presidenza del Consiglio per “discredito planetario”

Grane grosse per Silvio Berlusconi. La requisitoria dei PM milanesi Tiziana Siciliano e Luca Gaglio nel processo Ruby –ter si è conclusa con la richiesta di 6 anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari e la (richiesta di) confisca per 10 milioni e 800 mila euro come prezzo della corruzione.

Come se ciò non bastasse, il Cavaliere, assieme agli altri imputati, potrebbe dover corrispondere alla Presidenza del Consiglio costituita parte civile, un risarcimento del danno pari a ulteriori 10 milioni per il reato di corruzione e altri 500.000 a fronte del reato di falsa testimonianza. Tutto questo, ovviamente se il Collegio giudicante dovesse confermare la ricostruzione dei pubblici ministeri e accettare le richieste dell’Avv. Vanadia, che rappresenta, appunto, la parte civile.

Un vero e proprio tsunami giudiziario che si è abbattuto sugli imputati del processo più “famoso” degli ultimi anni, non solo per il calibro delle persone coinvolte ma anche per il contesto che ha fatto da sfondo alle condotte penalmente rilevanti contestate dall’accusa. Secondo l’ipotesi accusatoria, infatti, ad Arcore, sotto il falso pretesto di eleganti cene si sarebbe mascherato un vero e proprio giro di prostituzione che avrebbe coinvolto molte ragazze, alcune delle quali minorenni, poi messe a tacere con laute ricompense in danaro o invitate – si fa per dire – a fornire false testimonianze all’Autorità, anche in questo caso, dietro controprestazioni economicamente ragguardevoli.
Proprio per tali fatti, anche per molte delle ragazze coinvolte e imputate nel Ruby-ter sono state richieste pene piuttosto alte a fronte dei reati contestati. Per Ruby (al secolo Karima El Mahroug), i PM hanno indicato la pena di anni 5 di reclusione e non tanto meglio è andata a Maryshell Polanco, Alessandra Sorcinelli e Barbara Guerrra, tutte protagoniste di quello che mediaticamente è divenuto noto con il nome di “bunga bunga”.
Fin qui le richieste di natura penale.
Per quanto riguarda, invece, il danno da “discredito planetario” – come lo ha definito l’Avv. Vanadia – esso sarebbe conseguenza del ruolo di primissimo piano svolto soprattutto da Silvio Berlusconi (per tre volte premier fra il 1994 e il 2011) in tali occasioni, che ha esposto il Paese e le sue istituzioni a un danno di immagine incalcolabile. Il “discredito planetario” – afferma Vanadia – si ricava non solo dalla gravità dei reati contestati e dall’entità della presunta corruzione, ma anche e soprattutto dalla notorietà e il ruolo dei soggetti coinvolti fra cui, oltre al Cavaliere, anche la senatrice Mariarosaria Rossi (richiesta di condanna di anni 1 e mesi 4 per falsa testimonianza), il giornalista Carlo Rossella (richiesta di condanna di 2 di reclusione per falsa testimonianza).
Proprio l’ineguagliabile clamore a livello mondiale, la frequente e nemmeno troppo mascherata ironia sulle figure istituzionali interessate ha determinato secondo l’Avv. Vanadia un vero e proprio discredito generalizzato sull’Italia.
Di avviso contrario l’Avv. Federico Cecconi che rappresenta l’ex premier, il quale parla di processo farsa, con accuse palesemente smentite e ottime basi per ottenere l’assoluzione, mentre il PM Gaglio sostiene che si è trattato di una corruzione endemica sostanzialmente percepita come normale ( era normale esser pagate per mentire o tacere). A questo punto, resta da vedere che cosa controbatteranno gli avvocati difensori nelle arringhe e soprattutto che cosa decideranno i giudici nella sentenza, attesa dopo l’estate.