«Non è scontato che la destra, questa destra sovran-populista, sbanchi alle elezioni». Così in un’intervista uscita oggi su «Repubblica» Filippo Rossi, già fondatore di FareFuturo, “pensatoio” di “Futuro e Libertà”, e ora leader della Buona Destra, partito nato agli albori per contrapporsi ai propositi del duo Meloni-Salvini. «Sono di destra, conosco tantissima gente di destra. E molti sono rimasti sconvolti dallo strappo su Draghi. Vedremo se ci sarà una reazione nelle urne, una presa di coscienza», ha spiegato Filippo Rossi, che ha commentato gli ultimi eventi politici che hanno innescato la crisi e portato alla successiva caduta del governo Draghi.
A proposito di Forza Italia, che dal voto in Senato continua a perdere pezzi, Filippo Rossi ha detto: «Basta chiederlo a Brunetta, Gelmini e Carfagna… ad Andrea Cangini. Oggi FI è uno dei piccoli satelliti finto-moderati che accettano l’alleanza immorale con i sovran-populisti. Sono i loro utili idioti. Ma diciamoci la verità: ci siamo raccontati per mesi che ci fosse un centrodestra governista, moderato. Ci siamo appigliati ai ‘governatori’ del Nord, a Giorgetti, ai moderati di Forza Italia. Beh, quel racconto non era vero, era fondato sull’argilla e si è visto l’altro ieri in Senato». Berlusconi non ha fatto da freno a Salvini, alla fine si è reso complice dello strappo a Draghi: «Ma il vero motivo, a parere mio, è che Berlusconi vuole tornare di corsa in Parlamento, in Senato. Ecco spiegata tanta fretta. Nel farlo però abbiamo dovuto rinunciare a 8 mesi di Draghi al governo. Un danno per l’Italia. Perché in politica conta anche la credibilità internazionale. Che tristezza la scena di una politica piccola che esulta davanti alla sua caduta…».
Per un elettore di destra, l’alternativa a tutto questo dunque qual è? «Noi siamo un piccolo partito, ancora under construction. Ma mi pare stia emergendo la prospettiva di un patto repubblicano. Magari con Carlo Calenda, è una possibilità. Lo spazio politico c’è: tanti italiani di destra vogliono un’altra opzione. Solo da noi purtrppo i moderati, chi siede nel Ppe, va a braccetto con partiti così. In Germania la Cdu non si alleerebbe mai con i nazionalisti di Afd, euroscettici e anti-immigrati». Su Giorgia Meloni, che ha sposato ultimamente una linea atlantista in politica estera, Rossi ha detto fermo: «Una metaforfosi, sì, ma nel senso di un regresso. Ha fatto 10 passi indietro. An, con Gianfranco Fini, non era l’estrema destra. Le do atto della scelta atlantica. Ma è comunque alleata con due partiti che erano i più putinisti d’Italia, FI e Lega. Anche Letta a mio avviso ha fatto un errore: l’ha accreditata come controparte, ha sbagliato a fare i dibattiti con lei». Il leader di Buona destra ha dichiarato infine di sentire ancora Fini e alla domanda “Tornerà mai in politica?”, ha replicato: «Non credo. E non glielo consiglio».