“Se sei di destra seria, scegli Mario Draghi e non Giorgia Meloni. E scegli senza pensarci due volte Draghi perché i valori di compostezza, patriottismo, realismo, pragmatismo, serietà, responsabilità e decisionismo sono di gran lunga incarnati dalla figura dell’attuale premier piuttosto che dalla Giorgia urlante, quella che alza muri divisori invece che ponti dialoganti”. Non ha dubbi Filippo Rossi, che affida all’«HuffPost» il suo pensiero sulla crisi di governo. “L’Italia è un paese in difficoltà, lo sappiamo tutti. E non da ora. L’Italia ha bisogno vitale di quelle riforme che Draghi stava portando avanti nell’interesse generale e non per interesse elettorale. Basterebbe solo questo per convincere una destra seriamente patriottica a scegliere Mario Draghi. Basterebbe solo questo per non urlare ossessivamente ‘al voto al voto’ per un mero interesse di bottega. Non è una destra seria quella che si comporta così. È un’altra cosa: tutt’al più è sensazionalismo propagandistico di infimo cabotaggio”, rimarca il fondatore de “La Buona Destra”.
“Una destra seria, al contrario, dovrebbe ascoltare le parole di buon senso di Sabino Cassese (oggi sul Corriere) che fa notare come occorra procedere con i decreti delegati e gli altri atti esecutivi al fine di tradurre le riforme necessarie in realtà concreta e tangibile per gli italiani. Se ciò non viene fatto, si butta a mare tutto il lavoro svolto fino ad ora, con grave danno alla comunità e all’interesse nazionale. Ecco, interesse nazionale. Dovrebbe essere la stella polare di una destra seria e di governo. La stella di Giorgia Meloni sembra invece essere l’interesse di parte e di partito. Al voto, al voto! E chissenefrega dell’Italia”, evidenzia Rossi nella sua lucida analisi.
“Il patriottismo di cui tanto si riempie la bocca la Meloni, vale la pena farglielo presente, non è la dittatura della maggioranza, non è la vittoria del più forte sugli altri, non è la sommatoria dei Sì e dei No pronunciati da un palco in un comizio andaluso: patriottismo è ricucire un tessuto sociale lacerato da anni di sofferenza e che, oggi più che mai, è a rischio strappo sotto il peso della crisi economica e sociale. Per questo all’Italia, e alla destra seria, serve Mario Draghi lo statista e non Giorgia Meloni la propagandista”, conclude il leader di “Buona Destra”.