I rigassificatori sono fondamentali e all’Italia serve uno in attività per l’inizio del 2023. Non ha dubbi il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che spiega: “E’ fondamentale perché potremo gassificare 5 miliardi di metri cubi di gas liquido e questo ci servirà per gli stoccaggi dell’inverno ’23. Dopodiché ci sarà un altro rigassificatore nel ’24. A quel punto il gas che avremo messo nei nostri tubi sarà sufficiente a rimpiazzare tutto quello russo. Oggi abbiamo già dimezzato la nostra dipendenza e dovremmo dimezzarla ulteriormente a metà dell’anno prossimo per diventare totalmente indipendenti prima dell’inverno del 2024”.
A margine della seconda edizione di Youth4Climate, iniziativa annuale voluta dall’Italia con Undp per dare voce ai giovani in tema di clima e a cui ha partecipato anche Mario Draghi, il ministro conferma a Milano Finanza il suo ottimismo a proposito del raggiungimento di un accordo sul tetto del prezzo del gas “Dopo l’ultima riunione dei 27 del 12 settembre, è stato dato mandato da parte dei ministri europei alla Commissione di elaborare una proposta. Due giorni dopo la Commissione ha raggruppato tutti i team tecnici di diversi Stati, fra cui il nostro, il Belgio, la Germania. Stiamo lavorando su questa proposta. A breve uscirà un documento. Ora non sono in grado di dire se il 30 settembre ci sarà l’accordo definitivo. Ma ormai la macchina è al lavoro e la Commissione sta dirigendo questo processo. Quindi sì, direi che possiamo essere ottimisti”. E’ tuttavia scettico sulle nazionalizzazioni di piccoli operatori. “In Europa la nazionalizzazione non è stata fatta da piccoli operatori ma anche di grandi operatori. Io credo che se però il price cap entra in funzione e si riesce – anche disaccoppiando il prezzo delle rinnovabili dalla termoelettricità — a mantenere un po’ di controllo sui costi, forse riusciremo a non avere bisogno di operazioni di questo genere. Certo è che i costi adesso sono insostenibili, quindi diciamo che la prima cosa da fare è ridurli sostanzialmente. Poi vedremo se gli operatori ce la faranno. Faremo di tutto per dare loro una mano”. Intanto, però, pare che l’inverno alle porte sia tutt’altro che mite. E questo non aiuta. “Il piano di diversificazione del gas che abbiamo fatto è stato concepito per superare questo inverno. Abbiamo le scorte all’87%, abbiamo dato mandato di superare già il 90. per il resto in questo momento ancora l’offerta di gas sulle piattaforme è superiore quindi costa molto, ma c’è. Dopodiché ricordiamoci che le forniture che abbiamo trovato dai nuovi paesi che sostituiscono 29 miliardi di metri cubi di gas russo, sono forniture che crescono, adesso sono circa la meta, l’ anno prossimo, continueranno a crescere”.
Il ministro, infine, a Milano Finanza lascia una serie di consigli al futuro governo.
“C’è da continuare a ritmi accelerati su nuovi impianti rinnovabili (almeno otto gigawatt all’anno) che ci consentono di risparmiare due miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Sicuramente fare investimenti sulla siccità, sull’acqua, sulla manutenzione dei nostri invasi e dei nostri acquedotti. Certamente puntare moltissimo sulla circolarità e, poi, certamente bisognerà avere un futuro energetico più ampio di quello che abbiamo adesso. Le promesse di fare tutto con le rinnovabili non sono credibili per un Paese che è energivoro come l’Italia, bisogna avere un ampio menù di ricette e di tecnologie che ci consenta di poter scegliere. Quindi prima o poi dovremmo allargare. Investire in ricerca e sviluppo è fondamentale. Lo dico da quando sono arrivato. Nucleare di nuova generazione, fusione termonucleare, carbon capture in combinazione, come ho detto sin dall’inizio, con un’altissima crescita delle rinnovabili e tutto ciò che si può fare su circolarità e così via”.