L’economia italiana, pur dimostrandosi resiliente, si trova ad affrontare sfide significative che hanno influito sulle prospettive di crescita. Secondo la Commissione europea, l’andamento attuale del sistema produttivo e delle famiglie è stato influenzato da una serie di fattori esterni, compresi i rimbalzi post-pandemia e il rallentamento dovuto alla fine degli incentivi, nonché alle condizioni globali deteriorate, con l’inflazione che ha inciso sui consumi.
Va sottolineato che questi ostacoli non possono essere attribuiti esclusivamente ai governi che si sono succeduti dal 2022. Il rallentamento economico era inevitabile, considerando la necessità di abbandonare gradualmente gli incentivi, tra cui il Superbonus.
Da un punto di vista più ampio, l’aumento dei prezzi e il rialzo dei tassi di interesse non sono fenomeni circoscritti all’Italia, ma si riflettono nell’intera Unione Europea. Questo è evidenziato anche dal documento previsionale europeo, che prevede una riduzione delle aspettative di crescita per l’intera economia dell’UE. L’Italia, purtroppo, non fa eccezione, con una revisione al ribasso delle previsioni per il 2024.
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Una delle sfide principali è la mancanza di una reazione vigorosa a fronte di questi fattori. Mentre le imprese italiane avevano brillato in Europa nel 2022 e nel primo trimestre del 2023 con sorprese positive, sembra che questa spinta sia ora affievolita. La crescita attesa dai settori dei servizi, in particolare il turismo, non è stata così forte come previsto, e il quadro dell’offerta economica italiana sembra stagnare, in parte dovuto alla ritrosia politica nel modificare gli equilibri concorrenziali non ottimali.
Il calo dell’export dovuto alla frenata tedesca e al riposizionamento dei grandi attori della globalizzazione ha ulteriormente complicato la situazione economica italiana. La manovra economica attuale, discussa da giorni, sembra avere potenzialmente meno impatto sulla crescita attraverso interventi di natura fiscale.
Tuttavia, non tutto è perduto. Nonostante le sfide, vi è ancora spazio per la crescita e il cambiamento. È fondamentale però che il governo si concentri sulla manovra economica, che non potrà essere concentrata su interventi di tipo fiscale, e lasci perdere inutili polemiche (si chieda a Gentiloni), e che questa venga affiancata da riforme mirate a favore del lavoro, delle imprese e della competitività. Questo potrebbe essere il punto di partenza per affrontare le sfide economiche attuali e creare un futuro più prospero per l’Italia.