Ragionamento sull’ambiente per andare oltre il proprio giardino

Mi è stato chiesto di scrivere un breve articolo sull’ambiente e la cosa mi ha subito entusiasmato perché pensavo alle tante cose che avrei potuto dire (e quindi breve non sarebbe stato), ma poi è subentrata una certa inquietudine, un pensiero in sottofondo, un tarlo in forma di pensiero che si può riassumere in questa domanda: ma voi avete voglia di leggere e ragionare su un articolo del genere? 

Perché, pensandoci bene, è un argomento di poca importanza nella vostra vita, nella vita delle maggioranza degli uomini: per tutti, anche quelli che non sono credenti, in fondo vale l’idea che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza e gli ha dato il dominio su tutto il mondo, è il suo parco giochi da usare a piacimento, può fare di tutto un deserto perché è ad immagine del creatore e come lui può creare. Infatti che senso ha non poter scaricare nelle acque tutti i residui delle creazioni umane quando poi posso prendere un liquido, estrarne la parte acquosa, farla diventare pura, aggiungere i sali minerali creati da me e, come il Creatore, riavere acqua pura? Che importanza ha un fiume con tutti gli esseri inferiori che ci vivono di fronte alle produzioni dell’industria che servono a produrre cose ancora più meravigliose? Cos’è più bello un’automobile di lusso o un pesce? 

Se contribuisco a creare un deserto posso anche creare tutto quello che mi serve, per vivere, per i miei agi, per lottare con gli altri uomini al meglio, per avere le donne più belle, per avere il potere, per dominare. A che serve tutto il resto? Se ho una fabbrica sono costretto a filtrare in qualche maniera gli scarichi, per renderli solo meno inquinanti, non per rendere le acque pulite, quindi sto solo procrastinando l’inevitabile perché un mondo senza la mia fabbrica o quella di qualcun altro come la mia è inconcepibile; tutto questo fa solo aumentare i costi del mio prodotto, erode i margini di guadagno, mi espone alla concorrenza di altri uomini che non hanno nessun obbligo verso i loro scarichi, mi priva di quello a cui ho diritto. Se l’acqua sulla terra è la stessa dalla creazione, è la stessa che hanno bevuto e pisciato tutti gli esseri esistiti, che senso ha filtrare il mio scarico ma non il suo? 

È cosa buona e giusta quindi delocalizzare, andare dove non ci sono questi inutili orpelli, dove non c’è quella che i politici furbi chiamano Green Economy, ridicola parola che serve solo a dire, supponendo un indice da 0 a 10, che invece di inquinare 10 stai inquinando 7: e poiché la crescita impone aumenti di produzione alla fine l’impatto globale è sempre 10. La Green Economy nella realtà dei fatti, è esattamente questo, esiste solo per prendere per il culo la gente, per apparire meno colpevoli di fronte agli sfigati che lavorano come schiavi in cambio di un misero stipendio che, in fondo, serve loro solo per comprare i nostri bei manufatti e così avere la sensazione di essere qualcosa di più di un miserabile schiavo. Alla fine dei conti delocalizzare vuol dire aumentare i dividendi, aumentare il valore delle azioni della mia creatura, aumentare il mio potere, e se non lo faccio io lo farà un altro al mio posto e la vostra acqua, l’aria che respirate (non la mia, la mia è purificata perché io ho i soldi e il potere) non migliorerà di certo. Dato che attualmente la vita di tutti dipende dal volume degli scambi, il vero potere sta essenzialmente nel volume degli scambi e da quello che tu trai da ogni scambio: essenza o briciole. 

Quindi anche l’idea di democrazia è una falsa idea, perché la cosa che conta è il volume degli scambi e ogni politica è soggiogata a questo e ai voleri di chi detiene l’essenza di questo scambiare. Quindi vi dico: se votate destra per curare il vostro giardinetto come sopra, potete votare Lega o tutto il resto che si dichiara di destra, che altro non sono che la manifestazione edulcorata di quella cilena, di quella argentina, di quella che favoriva il latifondo, di quella che buttava i ragazzi dagli elicotteri, ma solo dopo che un prete li aveva benedetti. 

Se invece cercate una destra che diventi un movimento per cambiare l’umanità, cambiare la semantica delle nostre passioni, allora potrei parlare di ambiente, parlare di noi e del nostro rapporto con quella massa tondeggiante su cui poggiamo i piedi e con gli altri esseri che ci abitano, parlare di democrazia, di politica, di aspirazioni, di vita, di aria che ha sapore di fiori, di piante, di terra bagnata, di acqua limpida, di sentirsi parte di qualcosa che ci è stato dato gratuitamente e che per questo distruggiamo come se non avesse alcun valore.