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Questa Europa dovrebbe solo vergognarsi. E chiedere scusa

La bancarotta europea è tutta in un comunicato ufficiale del premier tedesco. Olaf Scholz presiede il gabinetto di sicurezza a Berlino e prende personalmente posizione sul gas: le importazioni dalla Russia non vanno tagliate. E questo perché l’approvvigionamento russo è “di essenziale importanza” per l’Europa, che sta lavorando sotto forte pressione per procurarsi delle alternative. “Il fabbisogno energetico per il riscaldamento, per la mobilità, per il rifornimento dell’elettricità e per l’industria al momento non può essere garantito diversamente”, la spiegazione in una nota. Una tragica nota. Stando al ministero dell’Economia e del Clima, la Germania importa dalla Russia il 55% del suo gas, il 50% del suo carbone e il 35% del suo petrolio greggio.

È l’ammissione di un fallimento politico, economico, strategico. È l’ammissione della follia tedesca (ed europea) di pensare che il nostro mondo opulento e sicuro potesse continuare a sfruttare all’infinito la protezione americana senza prendersi nessuna responsabilità, senza neanche ragionare su un qualche piano B. Così l’Europa, vecchia impellicciata, viziata e brontolona, si è ritrovata senza nemmeno rendersene conto, ad essere colonia due volte: dell’America per la sicurezza; della Russia per l’energia.

La colpa? Di tutti, indistintamente, se pensiamo che la prima responsabile della sudditanza tedesca nei confronti della Russia è di quella Angela Merkel che ha rappresentato una delle vette qualitative tra i leader europei. Se pensiamo che un ex premier tedesco è ancora oggi al soldo di Vladimir Putin. Come se tutto fosse normale. Come se tutto fosse mercato.

Decisamente qualcosa non ha funzionato. E decisamente qualcosa non funziona se, esempio tra tanti, un ex premier italiano come Giuseppe Conte solo ieri ha avuto il coraggio di pronunciare bestemmie contro i morti, contro la tragedia, senza nemmeno capire quanto fosse tragicamente ridicolo: “Questa crisi non devono pagarla cittadini e imprese”.

L’Europa è sull’orlo di una guerra, l’Ucraina è stata invasa da una potenza straniera, uomini donne e bambini muoiono a grappoli, milioni di profughi stanno invadendo l’Europa libera e Conte non vede di meglio da fare che continuare a fare il sindacalista di interessi particolari. Legittimi ma tanto troppi particolari. E Conte vale, va detto, quanto tutti gli altri leader europei che in questi trent’anni hanno fatto poco o nulla per trasformare il vecchio continente in un soggetto politico capace di confrontarsi con il mondo e con la storia.

Diciamola tutta: l’Europa continentale dopo aver perso la Seconda Guerra mondiale si è adagiata nella bambagia della servitù senza neanche pensare alle guerre che continuavano tutti interno. La Russia invade la Crimea? Chissenefrega! Continuiamo come se nulla fosse a comprare gas, carbone e petrolio da Putin. Come se la guerra non fosse già dentro casa.

L’irresponsabilità è una droga che porta alla droga. È ancora oggi l’Europa fa finta di niente, si smarca dalle responsabilità, fa ammoina, gioca a nascondino con la storia. “Il gas russo è di essenziale importanza…”, dopo una frase del genere tutta la leadership di questa Europa bottegaia dovrebbe solo vergognarsi. E chiedere scusa. E rileggersi le parole di chi ha salvato l’Europa da sé stessa: “Dirò alla Camera quello che ho detto a coloro che hanno aderito a questo governo: Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo davanti a noi un calvario del tipo più grave. Abbiamo davanti a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza”. Firmato Winston Churchill. Altro che gas.