Quella sinistra che non vuole morire filo russa, Casarini: “Putin un despota”

Non solo Anpi o Zagarolo, in Italia esiste anche una sinistra estrema che sta dalla parte giusta. Cioè quella degli ucraini.

Sono in molti, infatti sulla rive gauche a pensarla come Luca Casarini, un passato no global e oggi attivista di Mediterranea Saving Humans. “Lenin diceva: ‘Stai da una parte della barricata o dall’altra, oppure sei la barricata’ – spiega -. Con la massima umiltà e senza voler insegnare nulla a nessuno, dico ciò che penso anche se sono cose contrarie all’ortodossia, anzi forse a maggior ragione. Ovvero, riconosciamo con chiarezza che c’è un despota al Cremlino che ha causato milioni di profughi, che distrugge un Paese e diamo dignità al protagonismo e alle soggettività di un popolo che fa la sua resistenza. Di proteste davanti alle ambasciate americane ne ho fatte diverse, adesso dovremmo fare lo stesso con quelle russe”. Casarini è ancora più esplicito quando si parla di pacifismo. “Ce n’è uno politically correct che faccio fatica a seguire — continua —. Del resto anche papa Francesco sulle armi si pone il dubbio dicendo ‘non so se è giusto’. Se poi pensiamo che tutto ciò che accade sia frutto di un piano di pochi potenti, allora tutte le nostre scelte, politiche e personali, sono inutili. Non credo sia così, la volontà degli ucraini di non piegarsi lo dimostra”.

Tra i sinistri filo Putin non c’è neanche Pancho Pardi, professore girotondino che sul sito della rivista MicroMega ha protestato contro la definizione di “guerra per procura”. “Le divergenze sono profonde e i rapporti si incrinano, sì. Ma lo ripeto: trovo eccessivo parlare di Occidente aggressivo quando poi contemporaneamente si prende per buono l’assunto di Putin, cioè che dovesse avere degli stati-cuscinetto al confine come avveniva con l’Urss – incalza -. L’idea della guerra per procura mette la sordina alle ragioni della resistenza ucraina, la volontà di difendersi viene svalutata a mero effetto del possesso di mezzi per difendersi. Le ragioni valgono meno degli strumenti. La volontà ucraina impegnata allo spasimo nell’autodifesa non ha valore in sé, è mero arnese della volontà di dominio occidentale”.

Addirittura Cecilia Strada, figlia di Gino, fondatore di Emergency, è stata aspramente criticata dai pacivendoli filo russi di sinistra per aver affermato che “si sta dalla parte delle vittime perché tra carnefice e vittima si protegge la vittima, indipendentemente da tutto il resto”.  Insulti sono piovuti anche su Massimo Villone, ex senatore della sinistra. Perché ha affermato che “i possibili errori politici di Europa e Nato di certo non si correggono con le bombe di Putin”. Apriti cielo. “Le ragioni della pace sono sempre le più complicate -aggiunge -, però tutti abbiamo visto la bellicosità russa e costituzionalmente parlando c’è il diritto dell’aggredito a difendersi e il dovere di aiutarlo”. Per l’estrema sinistra, tuttavia, l’odio antiamericano vale più del massacro degli ucraini ad opera dei russi. Se ne è accorto anche Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco ai tempi di Alexis Tsipras, cge doveva intervenire oggi alla commissione Dupre. Capita l’antifona pro Putin, ha preferito disdire.