Quella finta par condicio in tv che è solo una scusa per non stare dalla parte giusta della storia

“Giornalismo è scegliere cosa dire e cosa no. La creazione del ‘contraddittorio’ (in tv, sui giornali) sempre e comunque, su qualunque argomento, è un trucchetto ipocrita: serve a fare ascolti polarizzando il pubblico, ammantandosi di finta imparzialità, evitando di scegliere”.

Ha ragione Marco Congiu, giornalista corrispondente di Sky da New York, quando parla della par condicio, soprattutto televisiva, che in Italia premia i filo Putin come il professor Alessandro Orsini, ingaggiato dalla Rai col ruolo di opinionista a Carta Bianca, condotto su RaiTre da Bianca Berlinguer, ma a stipendio zero, a seguito delle polemiche suscitate dai 12mila euro che la tv di Stato aveva inizialmente contrattato con l’accademico per le sue comparsate a difesa del dittatore russo.

Ha ragione Congiu: il contraddittorio in questi casi significa non scegliere. Non scegliere di stare dalla parte giusta della storia. Quella delle vittime di territori invasi, trucidate dagli invasori. Dare ruoli di primo piano in programmi che influenzano l’opinione pubblica a personaggi come Orsini – che si scaglia “contro la compenetrazione tra il potere politico-economico e i centri di ricerca” ma il suo osservatorio sulla geopolitica dell’energia viene finanziato dall’Eni -, o come Vsevolod Gnetii, giornalista russo che accusa senza vergogna l’Ucraina di “aver programmato la guerra contro la Russia” e di aver costretto “Putin a muoversi per primo”, significa voler polarizzare il pubblico su posizioni fintamente imparziali. Altrimenti non si spiegherebberl la presenza costante nei tali show italiani di Alexey Komov, presidente russo del Congresso delle Famiglie, collegato da Mosca per spiegarci come Putin stia “denazificando l’Ucraina”, o le esclusive dirette da Mosca dell’ideologo del nuovo zar Alexander Dugin, che minaccia il ricorso russo alle armi nucleari e giustifica la guerra in Ucraina come una santa crociata “contro l’egemonia occidentale”.

Questo non significa fare informazione corretta e libera. Significa fare propaganda. Dalla parte sbagliata.